Si apre ufficialmente la stagione influenzale, per la quale c’è molta attesa sui numeri dopo la sostanziale sparizione dello scorso inverno. L’Istituto Superiore di Sanità riferisce che sono stati identificati due casi sporadici di influenza di tipo A/H3 nel Nord del Paese in due bambini. Ma sono attesi dai 4 e ai 6 milioni di casi. Le forti limitazioni per ridurre la circolazione del coronavirus (come l’uso della mascherina, distanziamento, dad) e altre variabili avevano evitato il peggio, rendendo praticamente inesistente la stagione influenzale tra la fine 2020 e l’inizio del 2021.
Come da protocollo operativo della rete di sorveglianza InfluNet & CovidNet per la stagione 2021-2022, la sorveglianza virologica sarà effettuata a partire dalla 46a settimana 2021, che inizia lunedì 18 ottobre. Ma già un caso di virus influenzale A/H3 è stato identificato a Varese e confermato presso l’Università di Milano in un bambino con sintomatologia influenzale; e un caso di virus influenzale A/H3 è stato identificato presso l’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino in un bambino con un quadro di polmonite.
LEGGI ANCHE: Vaccino anti-Covid e miocardite: perché alcuni Stati sospendono il farmaco di Moderna
Anche una semplice influenza se trascurata può causare complicanze quali bronchiti, polmoniti. Tendiamo a vedere l’influenza come un malanno di stagione tutto sommato innocuo, una fastidiosa malattia che si risolve da sola dopo qualche giorno e senza lasciare conseguenze. In realtà, le sindromi influenzali sono tra le principali cause di morte in tutto il mondo. A seconda degli anni e dei virus influenzali in circolazione, in Europa l’influenza causa tra i 4 e i 50 milioni di casi con sintomi, e si stima che porti alla morte di 15mila-70mila individui. La malattia comporta con maggiore frequenza sintomi gravi tra i bambini, gli anziani e le persone con altri problemi di salute.
I vaccini antinfluenzali sono un importante strumento per ridurre i rischi, ma la protezione che offrono varia moltissimo a seconda degli anni, perché i virus influenzali hanno la capacità di mutare molto velocemente e non è sempre facile prevedere quali saranno le varianti che circoleranno di più nella popolazione in ogni stagione influenzale. Come in molti altri paesi, in Italia la vaccinazione contro l’influenza è raccomandata alla maggior parte della popolazione, ed è completamente gratuita per le persone con più di 65 anni (la soglia è stata ridotta per comprendere anche la fascia di età 60-64 anni durante la pandemia).
Nell’autunno del 2020 l’avvio precoce della campagna vaccinale antinfluenzale aveva contribuito al raggiungimento del 23,7% di vaccinati tra gli italiani, sette punti percentuali in più rispetto all’anno precedente. La copertura nella popolazione anziana con più di 64 anni aveva inoltre raggiunto il 65,3%, molto più alta rispetto al 54,6% del 2019. Una maggior quota di persone vaccinate ha probabilmente influito nell’andamento dei casi di influenza. Questi elementi non sono comunque sufficienti per spiegare la sostanziale scomparsa dei virus influenzali nell’ultima stagione. Alla riduzione hanno contribuito anche le forti restrizioni in vigore lo scorso inverno contro il coronavirus. La chiusura di numerosi luoghi di aggregazione, la richiesta di indossare le mascherine e il distanziamento fisico hanno ridotto considerevolmente i rischi di contagio da influenza, la cui trasmissione avviene per via aerea con modalità analoghe al Covid-19.