Gliel’hanno chiesto i sindacati, gliel’hanno chiesto i partiti, gliel’hanno chiesto i portuali di Trieste. Sul Green pass si procede com’è stato deciso, senza deroghe e senza slittamenti: chi non si è adeguato è fuori, sospeso e con lo stipendio congelato. La posizione di Mario Draghi è molto netta. Non solo non può essere accolta la richiesta di un rinvio dell’obbligo della certificazione verde nei luoghi di lavoro, ma per Palazzo Chigi anche l’ipotesi che si arrivi a tamponi gratuiti è impossibile e non solo perché giudicata politicamente sbagliata, ma anche per questioni di costo. La stima sarebbe un onere per lo Stato di almeno 500 milioni di euro al mese.
E se è da escludere, al momento, anche la strada dei prezzi calmierati, l’ipotesi più concreta è che il governo intervenga allargando il credito d’imposta per le imprese che decidano di pagare i tamponi per i propri dipendenti. Il credito è oggi al 30%, potrebbe essere ampliato almeno sino al 50%. In ogni caso nessuna decisione è stata ancora presa. E mentre il governo italiano monitora la situazione, sperando di arrivare nel giro di pochi giorni a quoto 90% di vaccinati, la stampa estera giudica severamente la linea adottata da Draghi sul Green pass.
In nessuno Stato europeo, infatti, la certificazione verde è stata estesa anche ai lavoratori, anzi nella maggior parte non viene utilizzata o è stata abolita del tutto. Nel Regno Unito, in Spagna e nei Paesi Scandinavi, il Green pass non esiste più, così come sono state rimosse tutte le restrizioni anti-Covid. La situazione in Italia risulta quindi essere in controtendenza, e l’obbligo del Green pass anche sul posto di lavoro fa notizia. «L’Italia scossa dalle proteste mentre entra in vigore il mandato di vaccino più rigoroso d’Europa», titola ad esempio Forbes, tra le principali riviste di economia degli Stati Uniti. «Mentre molti Paesi hanno cercato di convincere le persone a vaccinarsi con degli incentivi, altri Stati come l’Italia hanno utilizzato strategie più coercitive per far ricadere sui non vaccinati il peso delle loro decisioni», si legge nell’articolo.
Duro anche Il Washington Post: «L’Italia inizia a far rispettare uno degli obblighi di vaccino sul posto di lavoro più severi al mondo, rischiando un contraccolpo». D’altra parte, sottolinea il quotidiano, «altre democrazie occidentali hanno adottato misure di portata minore». La Cnn si è espressa con concetti simili: «Il governo del primo ministro Mario Draghi una delle misure anti-Covid più severe al mondo. Sarà in vigore fino alla fine dell’anno». Dello stesso avviso è il New York Times, secondo cui «l’Italia ha imposto i più severi requisiti sui vaccini in Europa», specificando che si tratta della «prima volta per una democrazia occidentale».
Il Wall Street Journal ha parlato di «uno dei regimi anti Covid-19 più duri del mondo occidentale». Al di là dell’inconsueta durezza del Green pass, la testata statunitense si chiede se il governo saprà far fronte all’aumento di richiesta di vaccinazioni «da parte di milioni di persone non vaccinate, che vogliono veder garantito l’accesso al proprio posto di lavoro». Le imposizioni sul popolo italiano hanno catturato l’attenzione anche di uno dei più importanti quotidiani tedeschi, Süddeutsche Zeitung che si chiede: «Niente stipendi senza green pass: l’Italia sta facendo bene?».
Il britannico Guardian si sofferma sugli effetti del Green pass, illustrando che «vari settori prevedono carenze di personale, poiché i lavoratori scioperano o semplicemente scelgono di rimanere a casa». Stesso allarme lanciato dal Financial Times: «Il governo italiano ritiene che queste severe misure indurranno circa 3,8 milioni di lavoratori italiani non vaccinati a farsi immunizzare. Tuttavia la mossa è stata accolta con una feroce resistenza da parte di un piccolo ma rumoroso numero di manifestanti, che sostengono che le regole violino i loro diritti».