Mezza Italia è ufficialmente in zona gialla, ma di fatto non cambia nulla. Dopo Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Trentino-Alto Adige e Veneto, da oggi Lombardia, Piemonte, Lazio e Sicilia passano da zona bianca a zona gialla. Dal punto di vista pratico, però, le regole restano le stesse: l’obbligo di mascherina anche all’aperto è già in vigore in tutto il Paese, mentre il limite delle 4 persone al tavolo è stato superato dall’obbligo di Super Green pass per bar e ristoranti. I nuovi decreti varati dal governo nell’ultimo mese per far fronte alla crescita dei contagi e alla variante Omicron hanno superato e reso inutile il sistema dei colori.
Con il decreto approvato dal governo il 23 dicembre, infatti, zona bianca e zona gialla sono diventate di fatto la stessa cosa: oggi hanno le stesse regole, perché dal 25 dicembre è stata eliminata anche l’ultima differenza tra le due, cioè l’obbligo di mascherina all’aperto, che prima valeva solo in zona gialla. Oltre all’obbligo di indossare la mascherina all’aperto in tutte le regioni, è stato introdotto l’obbligo di usare le Ffp2 in luoghi chiusi come cinema e teatri, sui mezzi di trasporto pubblico (sia quelli cittadini che quelli a lunga percorrenza), e per partecipare a eventi pubblici sportivi al chiuso e all’aperto, come le partite allo stadio. Anche questa regola vale indipendentemente dal colore delle regioni.
Per mesi i colori erano stati un indicatore essenziale per capire se ci si poteva spostare tra regioni o da un comune all’altro, se si poteva andare al ristorante, partecipare a concerti e spettacoli. Con il tempo hanno iniziato a perdere sempre più rilevanza. Una significativa riduzione delle differenze tra zona gialla e zona bianca era stata stabilita lo scorso 6 dicembre, quando era stato introdotto il Green Pass “rafforzato”, il certificato che si può ottenere solo con la vaccinazione o con la guarigione dal coronavirus. Già da allora, per esempio, erano state tolte distinzioni sui limiti di capienza di eventi, spettacoli e ristoranti.
Negli ultimi giorni l’aumento dei ricoveri ha fatto superare in alcuni territori le soglie di allerta per il passaggio in zona arancione. La regione che rischia di più è la Liguria con il 22% dei posti occupati per Covid in terapia intensiva (oltre la soglia limite del 20) e il 28% a soli 2 punti percentuali dalla soglia limite del 30. L’ulteriore paradosso è che anche con un eventuale passaggio in zona arancione non cambierebbe praticamente nulla. Con l’approvazione del nuovo decreto del 29 dicembre, dal 10 gennaio le differenze sono state annullate: è stato esteso l’obbligo del Green Pass “rafforzato” anche per accedere ad alberghi e strutture ricettive, partecipare a feste dopo cerimonie civili o religiose, sagre e fiere, entrare nei centri congressi, accedere agli impianti di risalita, piscine, centri benessere anche all’aperto, praticare sport di squadra, accedere a centri culturali, centri sociali e ricreativi per le attività all’aperto. L’unica vera differenza sarebbe l’obbligo di esibire il certificato verde (anche ottenuto tramite tampone) per uscire dai Comuni con più di 5mila abitanti.