L’Italia dice basta alla plastica monouso. Entra così in vigore la rivoluzione verde che recepisce la Direttiva Ue “Sup – Single Use Plastic” del 2019 e prevista dal decreto legislativo 196, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 30 novembre scorso. Da questo momento, il nostro Paese cerca di mettere un freno all’inquinamento dovuto alla plastica, che sta soffocando mari e oceani, abolendo alcuni prodotti usa e getta di uso comune. Si tratta di quelli non realizzati in materiale biodegradabile e compostabile.
Si stima che la plastica che galleggia negli oceani si aggiri tra i 5 e i 13 milioni di tonnellate e che la metà di questa sia composta proprio da plastica usa e getta. Il Dlgs 196/2021 prevede proprio la riduzione, entro il 2026 (rispetto al 2022), del consumo di molte tipologie di Sup (articolo 4, parte A dell’allegato) mediante accordo di programma stipulati tra ministeri Transizione ecologica, Sviluppo economico, regioni, imprese e associazioni di categoria. Poi, nel 2027, la direttiva e il suo funzionamento saranno rivisti sulla base dei risultati raggiunti. In quella occasione verrà riconsiderata anche la plastica biodegradabile, attualmente inclusa nella direttiva senza differenziazione.
La direttiva alla base di questa rivoluzione green è la 904/Ce del 2019, che prende di mira tutti i prodotti realizzati in plastica monouso e oxo-degradabili (ovvero le materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti). Per «prodotto di plastica monouso», come si legge nel documento, si intende quello «realizzato interamente o parzialmente in plastica, a eccezione del prodotto realizzato in polimeri naturali non modificati chimicamente», mentre le plastiche oxo-degradabili sono le «materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti o la decomposizione chimica». Ma quali sono gli oggetti di uso quotidiano che d’ora in poi dovranno essere sostituiti da prodotti green? Vediamolo nel dettaglio.
I primi sono quelli per i quali esistono già delle alternative in commercio e che dal 14 gennaio sono vietati: palloncini e bastoni per palloncini; contenitori in polistirolo espanso per il cibo fast food; posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette); piatti; cannucce; borse di plastica e alcuni specifici contenitori per alimenti in polistirene espanso. La Ue si è data l’obiettivo entro il 2030 di ridurre della metà i rifiuti di plastica nei nostri oceani e le microplastiche del 30%. Ecco, così, che nell’elenco dei prodotti vietati rientrano anche gli attrezzi da pesca contenenti plastica, questo per impedire che ami, fili e componenti della canna realizzati in questi materiali vengano dispersi a danno soprattutto della fauna ittica. A questi divieti si aggiungono norme sulla riduzione del consumo per tazze e bicchieri, inclusi i loro tappi e coperchi, e contenitori, con o senza coperchio, per alimenti che vengono consumati sul posto o da asporto, direttamente dal recipiente e senza bisogno di ulteriore preparazione (esempi sono le box per insalate pronte e cibi da fast food).