Oggi comincia una nuova fase dell’era Covid. Ci siamo lasciati alle spalle lo stato di emergenza, almeno sulla carta. Ma restano mascherine, Green pass e obbligo vaccinale. Servirà per un altro mese il lasciapassare anche per prendere un caffè al bancone. Sempre fino al 30 aprile, in tutti i luoghi al chiuso, con esclusione delle abitazioni private, rimane obbligatorio indossare i dispositivi di protezione con tutte le differenziazioni del caso (quando Ffp2, quando chirurgiche).
«Continueremo ad avere limitazioni e anche obblighi», era stato l’annuncio di Speranza durante la conferenza di presentazione del decreto Riaperture. Un’emergenza che non terminerà mai. Mentre la gran parte dei Paesi europei ha detto addio a Green pass e mascherine, il governo italiano concede qualche «libertà». Come non doversi fare più un tampone per entrare in posta, in banca e dal parrucchiere oppure prendere un bus anche senza essere vaccinati. Viene considerata «apertura» consentire ai non vaccinati, ma anche ai senza terza dose, di tornare al lavoro in cambio di un tampone rapido ogni 48 ore.
Il Green pass rafforzato — che si ottiene se si è vaccinati con tre dosi, con due dosi da meno di 120 giorni, oppure se si è guariti — resta obbligatorio per piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra e di contatto, centri benessere (anche all’interno di strutture ricettive) al chiuso; convegni e congressi; centri culturali, centri sociali e ricreativi al chiuso; feste (comprese quelle dopo le cerimonie); sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò; sale da ballo e discoteche; cinema, teatri, palazzetti dello sport e strutture sanitarie. Il Green pass base, che si ottiene con certificato di vaccinazione, di guarigione, oppure con tampone antigenico (valido 48 ore) o molecolare (valido 72 ore) sarà obbligatorio per accedere a: bar e ristoranti al chiuso; concorsi pubblici, corsi di formazione pubblici e privati; spettacoli all’aperto e stadi; aerei, treni, navi e traghetti (esclusi i collegamenti nello Stretto di Messina e con le Isole Tremiti); pullman turistici oppure che effettuano i collegamenti tra regioni.
In tutti i luoghi al chiuso fino al 30 aprile è obbligatoria la mascherina chirurgica. In discoteca la mascherina può essere tolta al momento del ballo. Nei bar e ristoranti deve essere indossata quando non si è al tavolo. Le Ffp2 si dovranno ancora tenere su aerei, navi, treni, autobus, metro, pullman, funivie, cabinovie e seggiovie coperte, nei concerti al chiuso e durante le competizioni sportive.
Non cambiano neanche le regole per l’isolamento di chi è positivo: 7 giorni se si è vaccinati, 10 se non si è immunizzati o se l’ultima dose è stata fatta da più di 120 giorni. Vogliamo poi aggiungere a questa farsa delle riaperture i capitoli sui docenti non vaccinati che tornano a essere stipendiati: potranno tornare a scuola, ma non in aula dove resteranno i supplenti, pagati con fondi sottrai al miglioramento dell’offerta formativa scolastica. Così come resta l’obbligo vaccinale per i sanitari. Già, perché per tutti i lavoratori della sanità, compreso il personale delle Rsa, l’obbligo vaccinale non scadrà il 15 giugno ma il 31 dicembre. Gli over 50 non vaccinati tornano a lavorare, quindi ad avere lo stipendio, però fino al 30 aprile devono ancora subire restrizioni, ossia fare un tampone rapido ogni 48 ore o molecolare ogni 72. Altro salasso per le loro tasche, dopo essere stati obbligati a casa senza retribuzione. Senza contare che con la fine dello stato di emergenza le farmacie non sono più obbligate a venderli a prezzi calmierati.