Purtroppo non esiste un modo per eliminare definitivamente il nichel. Si può ricorrere agli antistaminici o adottare, sempre con la guida di uno specialista allergologo, un’alimentazione che escluda o limiti i cibi (pomodori, appunto, avena, farro, mais, soia, ecc) contenenti nichel, un metallo presente pressoché ovunque, nel terreno, nelle leghe metalliche, nei cosmetici, negli alimenti. La dermatite da contatto è il primo sintomo che può indurre a sospettare una possibile reazione a questo metallo che tende a peggiorare durante l’estate e in presenza di un clima caldo e umido. Recentemente, oltre alle reazioni cutanee, è stata anche osservata una Sindrome sistemica da allergia al nichel (Snas), caratterizzata dall’insorgenza di sintomi generalizzati (cefalea, orticaria, prurito, dolori addominali, diarrea o costipazione, rinite e asma) che sono strettamente correlati all’ingestione di questo metallo nella normale alimentazione. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Daria Caminiti, specialista in otorinolaringoiatria ed esperta in allergologia.

Cos’è l’allergia al nichel?
«È una reazione del sistema immunitario verso il nichel, un metallo presente in moltissimi oggetti d’uso quotidiano, prodotti cosmetici e in molti cibi che portiamo in tavola ogni giorno. Spesso è associata all’uso di orecchini, piercing, orologi e altri oggetti metallici, ma può essere scatenata anche dal contatto con oggetti comuni (come chiavi, monete, maniglie) dato che questo metallo è molto diffuso nell’ambiente. Può comparire a qualsiasi età, in genere dopo l’esposizione ripetuta o prolungata a oggetti contenenti nichel, ma in alcuni casi anche al primo contatto. Opportuni trattamenti possono ridurne i sintomi, ma una volta sviluppata l’allergia difficilmente scomparirà del tutto. Dati scientifici indicano che oltre il 30% della popolazione generale soffre di allergia al nichel e di questi il 20% sviluppa la Snas, Sindrome Allergica Sistemica al Nichel».
Dove si può trovare il nichel?
«Il nichel si trova in particolar modo nel terreno e nelle acque ed è assorbito dagli organismi viventi, quindi, presente in tantissimi alimenti di origine animale e vegetale. Qualsiasi metallo a contatto con la pelle può contenere il nichel: dall’argento alle leghe, fino a tutti i metalli, con alcune eccezioni. Le alternative sicure, con una componente di nichel trascurabile, sono l’oro giallo, l’acciaio di qualità chirurgica e l’alluminio. L’oro bianco potrebbe invece avere una minima quantità e dar fastidio a chi è particolarmente sensibile. Il nichel è presente anche nei coloranti per i tessuti, soprattutto nei colori scuri come nero, blu, marrone, viola e verde militare. Tanto è vero che, in caso di sensibilizzazione, si consiglia di utilizzare cotone in colori chiari negli strati a contatto con la pelle. Infine, lo si trova anche nei cosmetici, nei prodotti per l’igiene personale e nei detersivi».
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Come si manifesta l’allergia al nichel?
«Il primo sintomo che può indurre a sospettare una possibile reazione a questo metallo o alle leghe che lo contengono, è la comparsa di una dermatite da contatto che si sviluppa di norma sulla cute delle mani quando queste entrano a contatto con oggetti contenenti nichel (orologi, accendini, cellulari, maniglie, forbici, stoviglie e pentole); ai lobi delle orecchie (bijoux) o anche sulle mucose del cavo orale (protesi). A livello cutaneo si possono osservare vescicole molto estese, reazioni eczematose, , segni sull’epidermide che ricalcano fedelmente la forma dell’oggetto con cui la cute è venuta a contatto, lesioni ulcerate delle mani e dei piedi. I sintomi cutanei generalmente peggiorano durante l’estate e in presenza di un clima caldo e umido perché la sudorazione favorisce la penetrazione del nichel nella pelle. Ma al di là della dermatite allergica da contatto, provocata dagli oggetti o materiali che lo contengono, recentemente è stata osservata una Sindrome sistemica da allergia al nichel (Snas)».
Perché i sintomi della dermatite da contatto peggiorano in estate?
«Può capitare che chi è allergico al nichel non abbia manifestazioni nel periodo invernale, ma presenti la tipica dermatite in estate, quando la liberazione di ioni metallici dalle leghe in cui sono contenuti è favorita dalla sudorazione. Di conseguenza, il contatto con oggetti metallici quali fibbie, borchie, bottoni, orologi e bracciali provoca più facilmente lesioni eczematose, molto pruriginose, che tendono ad estendersi anche oltre la zona, per via della dispersione cutanea nel sudore. Tipiche le dermatiti nell’area sotto ombelicale, scatenate dal contatto con fibbie e bottoni metallici di pantaloni,che tendono a cronicizzare e sono a rischio aumentato di sovrainfezione batterica nella stagione estiva».
Che cos’è la Sindrome sistemica da allergia al nichel?
«La Snas è una sindrome caratterizzata dall’insorgenza di sintomi generalizzati che sono strettamente correlati all’ingestione di questo metallo nella normale alimentazione. Il nichel, come dicevamo, si trova in particolar modo nel terreno e nelle acque ed è assorbito dagli organismi viventi, quindi, presente in tantissimi alimenti di origine animale e vegetale. La caratteristica principale della Snas è la presenza, con o senza dermatite da contatto, di altri sintomi spesso invalidanti e non riconducibili immediatamente al metallo: crampi e gonfiore addominali, stipsi o diarrea, nausea e vomito, mal di testa, stomatite e afte, febbre, difficoltà respiratoria nasale e asma, dolori articolari, orticaria, angioedema».
Quali sono i test per diagnosticare l’allergia al nichel e la Snas?
«La diagnosi prevede inizialmente la raccolta attenta ed accurata della storia clinica del paziente per poi passare alla valutazione allergologica con l’esecuzione dei test completi. Nel caso di allergia al nichel o ad altri metalli, o nel caso della Snas, l’esame diagnostico gold standard è il patch test. Il patch test prevede l’apposizione di cerotti che contengono le diverse sostanze da testare per 48-72 ore. Si procede poi alla lettura del patch test: si tolgono i cerotti e si osserva la cute ricercando ed osservando se vi sono reazioni avverse cutanee. Ma basta un comunissimo prelievo del sangue per valutare l’eventuale intossicazione da metalli pesanti. È estremamente importante stare attenti a tutti coloro che vi indicano e vi propongono esami non validati dal Ministero della Sanità, quali il test muscolare per le allergie, biorisonanza, il test cutaneo elettrodermico, il citotest, il test del capello, e tutti gli altri metodi di diagnosi e di terapia delle malattie allergiche anomali e non scientificamente comprovati. Questi non devono trovare posto in una professione corretta e vanno proscritti, perché spesso portano all’adozione di diete altrettanto irrazionali dal punto di vista allergologico».
Quali soluzioni terapeutiche esistono?
«La terapia per coloro che manifestano allergie al nichel o che soffrono di Snas è una terapia nutrizionale di esclusione degli alimenti che contengono nichel, associata ad una terapia farmacologica. La terapia farmacologica solitamente prevede la somministrazione della levocetirizina e di probiotici per ripristinare l’equilibrio della flora intestinale. Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia di sostanze che sono in grado di chelare determinati ioni soprattutto quelli del nichel, del mercurio e del cadmio facilitandone l’espulsione dall’organismo. Da qui la nostra equipe, grazie alle importanti risorse tecnico-scientifiche messe a disposizione dal dr. Vincenzo Aletta, biologo nutrizionista clinico e consulente dell’azienda farmaceutica SuaRhe Biomedica, ha messo in commercio un chelante che rappresenta una grande speranza per coloro che sono affetti da allergia al nichel e Snas. Le sostanze presenti nel nostro prodotto sono in grado di agganciare, appunto “chelare”, determinati ioni soprattutto quello del nichel e degli altri metalli pesanti, agevolando l’eliminazione dell’elemento inquinante o tossico attraverso le feci e soprattutto attraverso le urine, senza nessuna controindicazione o complicanza. Questo chelante accelera i risultati ottenuti dal trattamento nutrizionale di privazione, per cui il paziente in molto meno tempo potrà ottenere la risoluzione della patologia».