Sembra di avere avuto un déjà-vu. Un virus sconosciuto che inizia a diffondersi, i giornali che iniziano a rincorrere i contagi, le trasmissioni tv con gli immancabili virologi che seminano paura. Virus diverso, stessa storia: mettere in allerta i cittadini. Non bastava Joe Biden che per tranquillizzare la popolazione mondiale ha detto che il vaiolo delle scimmie «è una cosa per cui tutto il mondo dovrebbe preoccuparsi». O ancora il nostro ministro della Salute, Roberto Speranza, che predica prudenza: «Teniamo alto il livello di attenzione grazie alla nostra rete di sorveglianza europea e nazionale». Ma ci si mette anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità decretando come “valide” le misure preventive adottate per la Covid-19.
Ci risiamo, stanno preparando una nuova emergenza. L’arrivo dell’estate aveva quasi convinto anche l’irriducibile governo Draghi a eliminare le ultime restrizioni, al netto dell’assurda decisione di mantenere le mascherine a scuola, sugli aerei, in ospedale e sui mezzi pubblici. Qualcuno pregustava vacanze di normalità, e invece ecco che si presenta l’occasione per ripristinare qualche restrizione. Gli allarmi sanitari sono gli strumenti migliori per il controllo degli individui.
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L’Oms si è riunita d’urgenza per valutare la diffusione del vaiolo delle scimmie. Ormai i contagi si contano in diversi Paesi europei e mondiali, con cluster particolarmente diffusi soprattutto in Spagna. I casi italiani sono trattati allo Spallanzani di Roma. Il resto sono stati registrati in Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Olanda, Portogallo, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Sebbene per ora i sintomi e il decorso sembrino non destare preoccupazioni particolari (non ci sono decessi registrati), per l’Oms «l’identificazione di casi confermati e sospetti di vaiolo delle scimmie senza alcuna storia di viaggio nelle aree di endemia in più Paesi è atipica, e quindi c’è urgente necessità di aumentare la consapevolezza relativa a questa malattia e di praticare una ricerca dei casi, provvedendo ad isolarli e curarli, tracciare i contatti e fornire cure per prevenire ulteriori contagi».
In pratica, dopo due anni di Covid, la storia si ripete: tracciamento, isolamento, quarantena, cure, vaccini. Per ora niente restrizioni o divieti di viaggio, ma secondo gli esperti dell’Oms i contagi possono verificarsi anche durante gli eventi di massa e dunque «le misure precauzionali generali raccomandate contro Covid-19 dovrebbero anche proteggere ampiamente dalla trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie». Quanto tempo servirà prima che inizino a parlare di lockdown, mascherine, Green pass e stato di emergenza?