Se ci chiedessero di sintetizzare gli ultimi due anni e mezzo di pandemia con una parola, probabilmente penseremmo a “paura”. La paura di leggere l’esito di un tampone, di rimanere confinati in casa, di contagiare i propri cari. Tutto questo ci ha portato inoltre a ridurre drasticamente i rapporti sociali e se da una parte i lockdown sono stati necessari, dall’altra hanno creato situazioni estremamente difficili da gestire, sia dentro che fuori casa, soprattutto per i più giovani. Per quanto questa categoria tenda a passare inosservata ad alcuni, in realtà la pandemia sta avendo su bambini e adolescenti forti ripercussioni che rischiano di influenzare il loro normale sviluppo.
Effetto lockdown lo chiamano. I ragazzini pagano in modo devastante le decisioni del governo sul Covid: l’isolamento, le restrizioni, la realtà virtuale che sostituisce quella reale, il disagio psicologico, la caduta di relazioni, la didattica a distanza, la chiusura delle attività sportive, la dispersione scolastica, la depressione, l’ansia, l’angoscia, il vuoto e la paura del futuro. Tutti fenomeni immaginabili. Ma che ora vengono certificati dal parere autorevole del presidente del Tribunale dei minorenni di Milano, Maria Carla Gatto, che dal suo punto di osservazione privilegiato snocciola dati impressionanti: i maltrattamenti compiuti da ragazzini nei confronti dei familiari sono aumentati, in questo periodo, del 41%; nel frattempo sono cresciuti anche i reati commessi fuori casa (rapine, lesioni, percosse, etc) e l’età media si è drammaticamente abbassata al di sotto dei 15 anni.
Si sono moltiplicati i fenomeni di depressione giovanile, disturbi alimentari e autolesionismo. Solo negli ultimi tempi, a Milano, si sono registrati sette tentativi di suicidio di ragazzine di 14-15 anni. La dottoressa Gatto, magistrato di lunga esperienza nel settore (è presidente del Tribunale dei minori di Milano dal 2017, prima lo era stata per otto anni a Brescia), mette direttamente in relazione questi fenomeni con il lockdown: «Durante la pandemia- ha evidenziato – non è stata prestata sufficiente attenzione alla modifica dei ritmi e delle abitudini dei bambini e degli adolescenti. Nessuno si è preoccupato di loro. Un’intera generazione è stata lasciata in balia del vuoto e dell’angoscia».
Ci si continua a riempire la bocca del futuro dei giovani, delle riforme, del pianeta da salvare per le future generazioni. E poi, negli ultimi anni, sono stati abbandonati davanti allo schermo di un computer, senza preoccuparsi degli effetti che isolamento e riduzione delle relazioni sociali potevano avere sulla loro mente e sul loro sviluppo. Eppure, con i ministri di Salute e Istruzione tuttora in carica e senza piani per il rientro a scuola, si va verso la replica del disastro.
A meno di due mesi dalla riapertura delle scuole c’è ancora molta incertezza sulle linee guida e gli investimenti necessari per garantire le lezioni in presenza. Le scuole sono finite poche settimane fa, senza grosse novità rispetto al settembre del 2021. I problemi denunciati sono sempre gli stessi: il sovraffollamento delle classi, i mancati investimenti sugli impianti di ventilazione, la capienza sui mezzi di trasporto. L’incognita principale riguarda l’utilizzo delle mascherine. Pochi giorni prima dell’inizio degli esami di terza media e di maturità 2022, il ministero della Salute ha rimosso l’obbligo di indossare la mascherina in vigore durante tutto l’ultimo anno scolastico. Come era già successo anche per i luoghi di lavoro, il governo ha deciso di mantenere soltanto una raccomandazione, in particolare in caso di possibili assembramenti. Ma per il nuovo anno scolastico l’assenza di interventi su aerazione e ventilazione ostacolano il rientro in classe senza mascherine.