Mentre in Italia è appena ripresa la corsa alla quarta dose con i vaccini aggiornati contro Omicron 1 da somministrare a tutti gli over 12, in Danimarca la nuova campagna vaccinale, che partirà il prossimo primo ottobre, sarà riservata solo agli ultracinquantenni. «L’obiettivo del programma di vaccinazione autunnale contro il Covid-19 e l’influenza è quello di proteggere coloro che rischiano di ammalarsi gravemente. Pertanto, il richiamo è raccomandato a tutti i soggetti di età pari o superiore a 50 anni», spiega l’autorità sanitaria danese sul sito della Danish Health Authority.
Il ministero della Salute danese scrive nero su bianco ciò che è palese: l’iniezione non evita il contagio, bensì le forme gravi. Un’evidenza empirica innegabile, dato l’elevatissimo numero di vaccinati reinfettatisi. E che dimostra l’irrazionalità dell’obbligo vaccinale, pena la sospensione dal lavoro, per i sanitari nel nostro Paese, vigente fino al 31 dicembre. «Le persone di età inferiore ai 50 anni non sono particolarmente a rischio di ammalarsi gravemente – spiega l’autorità sanitaria danese – Inoltre, i giovani di età inferiore ai 50 anni sono ben protetti contro il rischio di ammalarsi gravemente di Covid, poiché un numero molto elevato di loro è già stato vaccinato ed è stato precedentemente infettato e di conseguenza esiste una buona immunità in questa fascia di popolazione».
Nessuna corsa indiscriminata all’hub, nessun allarmismo, a differenza di quanto accade in Italia. La somministrazione, anche nei soggetti che possono beneficiarne come over50 e fragili, non viene imposta dall’autorità danese, ma solo raccomandata anche «alle donne in gravidanza, al personale del settore sanitario e dell’assistenza agli anziani e in aree selezionate del settore dei servizi sociali che hanno stretti contatti con i cittadini e i pazienti a più alto rischio, nonché i parenti delle persone in rischio particolarmente elevato. Le persone di età inferiore ai 50 anni che corrono un rischio maggiore di ammalarsi gravemente di Covid-19 potranno anche ricevere una vaccinazione di richiamo basata su una valutazione individuale».
Altro capitolo interessante delle raccomandazioni sanitarie danesi, quello sui bambini: nel riquadro intitolato “Vaccinazione dei bambini contro il covid-19″ è scritto che «i bambini e gli adolescenti raramente si ammalano gravemente a causa della variante Omicron del Covid-19. Dal 1° luglio 2022 non è stato più possibile per i bambini e gli adolescenti di età inferiore ai 18 anni fare la prima iniezione e, dal 1° settembre 2022, per loro non è stato più possibile fare la seconda iniezione. Un numero molto limitato di bambini particolarmente a rischio più elevato di ammalarsi gravemente verrà comunque vaccinato sulla base di una valutazione individuale da parte di un medico».
Uno scenario assai diverso da quello italiano, dove si sprecacano gli appelli per il secondo booster a tutti gli over 12. Infatti, sebbene la priorità delle nostre autorità sanitarie siano gli ultrasessantenni e i fragili, «tutti gli altri soggetti possono comunque vaccinarsi su consiglio del medico o come scelta individuale», ha specificato l’Aifa. Poco importa se, numeri dell’Iss alla mano, sia evidente che chi ha fatto anche la dose booster si può infettare e ammalare con la stessa incidenza di un soggetto non vaccinato Nonostante nessuno abbia saputo spiegare quanto sia utile spingere dei giovani in perfetta salute a ricevere l’ennesima puntura, magari dopo aver acquisito una potente immunità naturale, grazie alla guarigione, la litania è sempre quella: corrette all’hub e porgete il braccio. Anche se il virus è cambiato. Anche se i sieri non sono aggiornati.