– Fatti guardare: sei così bella!
– Tutto merito della palestra.
– Sei perfetta. Che fianchi stupendi!
– Cara… tesoro… amore mio! Mi sei mancata.
– Anche tu.
Helene con gli occhi pieni di languore le accarezzò un seno che fuoriusciva della vestaglia.
– Hai i seni di un’adolescente. Che belli!
– Grazie. Sei un amore!
– A uomini come sei messa? Farai strage di cuori…
– Che dolce che sei! Gli uomini non mi mancano, ma sono così rozzi.
Elisa esplose in una energica risata e ricambiò la carezza, che aveva appena ricevuto, con un bacio sulla bocca.
– Sì, come sono brutali. Tu sì che mi capisci, tesoro!
Helene ricambiò il bacio e la seguì in camera.
– Ci sono.
– Sicura?
– Sì.
– Non ti fermare.
– Sono stanca. Non ce la faccio più.
– Resisti un altro minuto. Ti prego!
– Sì, ci provo.
– Continua così.
– Ahi! Che male!
– Che hai?
– Il collo. Che dolore! – gridò Helene sollevando la testa e raddrizzando la schiena.
– Proprio ora. Sul più bello!
– Dio, che male!
– Fammi vedere.
– Mi tira tutto qui.
– Non è nulla. È un nervo infiammato. Con un po’ di olio starai subito meglio.
Elisa prese due cuscini, li mise uno sopra l’altro, aiutò Helene a distendersi, e le spalmò dell’olio prima sul collo e poi su tutto il corpo.
– Come va, amore? Ti sta passando?
– Sì, hai delle mani divine.
– Ti piace così?
– Sì, tanto. Mi fai impazzire.
– Allora faccio tutto io.
– Sì. Fa’ tutto tu.
– Stai qui. Torno subito.
– Uhm! Sono in paradiso! Dove vai?
– Lo scoprirai subito.
– Non farmi aspettare: sono tutta un fuoco.
Lisa andò in cucina, aprì il frigo, prese un cesto di frutta e lo portò a letto.
Helene a vedere quel ben di Dio le si illuminarono gli occhi. Tutta quell’attività fisica le aveva fatto venire fame.
– Mi tratti come una regina?
– Sì, sei la mia regina!
– Uh, che amore! Voglio un bacio. Mi passi una banana?
– Eccola.
Helene la sbucciò e l’addentò con un morso e guardò l’amica con occhi languidi.
– Non si fa così. Che hai capito?!
– E come? – disse Helene guardandola interdetta.
– Golosona! Devo insegnarti tutto.
– Dai, insegnami. Sono caldissima.
– Eccomi. – disse Elisa prendendo dal vassoio il resto della frutta che era rimasta.
– Sì, amore. Ti prego: fammi tua!
– Vieni a trovarmi più spesso.
– Lo farò. Ci siamo ritrovate e riprenderemo a vederci come ai vecchi tempi.
Helen si congedò da Elisa che era notte fonda. Se avesse potuto sarebbe rimasta a dormire con lei. Ma non poteva fare a meno delle sue cose e tornò a casa. Era stanca morta. A quell’ora non correva il rischio che le telefonassero dei seccatori e poteva riattaccare il telefono, che aveva messo fuori posto prima di uscire. Andò in camera. Si spogliò velocemente. Indossò la vestaglia. Stava per mettersi a letto. Squillò il telefono. Corse a rispondere.
– Sì, pronto.
– È la signorina Helene al telefono?
– Sì, sono proprio io.
– Sono il maresciallo Mirafiori.
– Chi?
– Il maresciallo Mirafiori della Questura di Roma.
– Ah, sì. In questi giorni non sono andata al lavoro. Non mi sento bene. Ho avuto dei problemi con il mio compagno e sono depressa. Se mi sta chiamando per prenotare un trattamento estetico deve telefonare al Centro. Non ci sono centri estetici a Roma? Quando tornerò al lavoro mi lamenterò di questa brutta abitudine che hanno di dare in giro il mio numero di telefono.
Il maresciallo dalla risposta arguì che la donna non aveva compreso la ragione della sua telefonata.
– Signora…
– Signorina, prego! Non le insegnano le buone maniere in caserma?
– Onestamente abbiamo altro di cui occuparci.
– Impari prima le buone maniere e poi sarò disponibile per prenotarle un trattamento estetico. Non si scambiano le signorine con le signore e non si telefona a casa della gente a quest’ora. Arrivederci.
Helene chiuse il telefono in faccia a Mirafiori. Cinque minuti dopo squillò di nuovo.
– Pronto.
… Continua… Vi aspettiamo alla prossima puntata!