Una vita breve, ma intensa. Sono bastati 33 anni e appena dieci opere a proiettare Vincenzo Bellini nell’empireo della musica e a farcelo rimanere per sempre. Nato a Catania il 3 novembre del 1801, il giovane musicista lasciò ben presto la sua Sicilia per assecondare quel genio musicale. Da Napoli, dove studiò, si spostò a Milano, Parma, Venezia, fino a raggiungere la fama in Francia, ultima tappa della sua breve esistenza. Qui, a Puteaux, il 23 settembre 1834, Bellini fu colto da morte prematura all’apice del suo successo, stroncato, molto probabilmente, da una malattia infettiva che lo colpì all’intestino. L’improvvisa fine del compositore suscitò commozione e perplessità: la popolarità e l’avvenenza di Bellini diedero adito a dubbi e speculazioni, si parlò di omicidio passionale, di avvelenamento, tesi mai confermate e presumibilmente inverosimili.
La sua musica rivive ancora oggi al Bellini Festival, prestigiosa manifestazione dedicata al compositore che si svolge ogni anno a Catania. Fondato nel 2009 da Enrico Castiglione, acclamato regista e scenografo di fama internazionale (già direttore artistico in Sicilia della sezione “Musica & Danza” di Taormina Arte per un decennio), il Bellini Festival è una manifestazione, già riconosciuta di “rilevanza turistica” dalla Regione Siciliana/Assessorato al Turismo Sport e Spettacolo e da sempre inserita nel Calendario delle grandi manifestazioni turistiche della stessa Regione Siciliana, che ha ricevuto il riconoscimento ufficiale del Ministero della Cultura accedendo ufficialmente già dallo scorso anno ai fondi del F.U.S. (Fondo unico dello Spettacolo) e da quest’anno ai fondi triennali che vengono assegnati dall’apposita commissione governativa ai grandi festival italiani di riconosciuto prestigio.
Un risultato che inserisce finalmente anche Vincenzo Bellini tra i grandi compositori dotati di un proprio festival nella propria città natale: come Rossini a Pesaro, Verdi a Parma, Puccini a Torre del Lago, Donizetti a Bergamo, ma che soprattutto certifica ancora una volta come il Bellini Festival nato nel 2009 sia uno dei maggiori festival italiani che abbia conquistato la scena internazionale grazie anche alle continue dirette televisive e nei cinema dei propri allestimenti operistici, alla partecipazione delle grandi star della musica e dell’opera e alle prestigiose coproduzioni operistiche internazionali.
Dopo aver ripercorso le principali composizioni da camera e le arie operistiche di Vincenzo Bellini come Dolente immagine, Guarda che bianca luna, O Souvenir e Sogno d’infanzia si arriva all’opera con Il pirata e La Sonnambula. Dopo aver riscoperto la tragedia Norma o l’infanticidio di Alexandre Soumet da cui Felice Romani ha tratto il libretto per la Norma di Bellini ed aver avviato con grande successo le selezioni per il Concorso Internazionale per Voci Liriche “Vincenzo Bellini” (che si svolge ad anni alterni tra Catania e Parigi), il Bellini Festival ha proposto anche un’opera giovanile di Vincenzo Bellini, Bianca e Fernando, composta su libretto di Domenico Gilardoni.
Composta tra il 1825 e il 1826 dopo Adelson e Salvini, prima opera belliniana, Bianca e Fernando contiene certamente già in germe molte caratteristiche di quella che poi sarà la classica vena lirica belliniana, rivelando nelle sue arie quella personalità musicale sicuramente fuori dal comune nel melodramma italiano che tutti riconosceranno in Bellini nelle sue opere successive. Nonostante Bianca e Fernando sia un’opera alquanto acerba, rappresentata per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli il 30 Maggio 1826 con il titolo cambiato in Bianca e Gernando, in omaggio al Principe Ferdinando di Borbone, presenta però numerosi spunti musicali e temi che lo stesso compositore riutilizzerà per tutta la vita in altre opere come Zaira, nonché in quelle della piena maturità Norma, Beatrice di Tenda e I puritani. Opera dunque tutt’altro che trascurabile nell’universo belliniano, dall’intreccio narrativo complesso, la mano di Bellini emerge infatti soprattutto negli episodi cantabili, come nella romanza di Bianca “Sorgi, o padre”, tipico esempio della melodia belliniana.
Sono stati i cantanti selezionali in occasione del Concorso Internazionale per Voci Liriche “Vincenzo Bellini” i protagonisti della riscoperta di questa seconda opera di Bellini, andata in scena a Palazzo Biscari a Catania con la partecipazione di cantanti già affermati come il soprano sud coreano Minji Kim e il tenore Giovanni Di Mare. Nata a Seoul, in Corea del Sud, nel 1990, dove si è laureata nel 2014 in canto lirico all’Ehwa Womans University, Minji Kim ha conseguito il diploma accademico di nel 2017 al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, continuando poi la sua formazione musicale al Conservatorio della Svizzera italiana a Lugano, debuttando in diversi progetti di musica contemporanea. Giovanni Di Mare è ad oggi uno dei cantanti nati in Sicilia di maggior successo di questi ultimi anni, con un repertorio che spazia dal 1700 al secolo scorso, attivo in Italia e all’estero e che proprio in Sicilia si è distinto in alcune dirette televisive e cinematografiche firmate da Enrico Castiglione come Madama Butterfly del 2016 e La Boheme del 2017 trasmesse in diretta dal Teatro Antico di Taormina.
Il Bellini Festival con Bianca e Fernando si avvia dunque al rush della programmazione finale, per poi concludersi domani, 3 novembre, con la tradizionale “Maratona Belliniana” nel giorno del 221° anniversario della nascita di Vincenzo Bellini, divisa come ogni anno tra Palazzo Biscari e la Cattedrale di Sant’Agata, il Duomo di Catania, dove riposano le spoglie mortali di Vincenzo Bellini: alle 20 si terrà il tradizionale Concerto offerto gratuitamente dal Festival Belliniano alla città di Catania con il Coro Lirico Katàne istruito da Salvatore Signorello e l’Orchestra del Festival Belliniano diretta da Domenico Famà.