Pandemia cancellata: il tampone per uscire dall’isolamento non sarà più necessario. Anche con febbre, tosse e mal di gola, dopo 5 giorni di quarantena, non sarà più obbligatorio rimanere a casa e per tornare alla normalità non servirà alcun test. Addio anche al Green Pass, che non sarà più necessario neanche per accedere a ospedali e Rsa. Infine, il periodo di autosorveglianza con obbligo di mascherine Ffp2 si riduce da 10 a 5 giorni. Il decreto anti-rave contiene una serie di norme di carattere sanitario che di fatto annullano quasi tutte le regole anti-Covid in vigore negli ultimi due anni.
Il Governo Meloni inverte la marcia nella lotta al coronavirus e, in una fase di graduale ritorno alla normalità, continua ad allentare le maglie che erano state strette dal precedente esecutivo. A partire dalle regole di isolamento dei positivi, annunciato dal ministro Schillaci al momento della formazione del nuovo governo. Il primo firmatario della norma, il senatore di Fratelli d’Italia Franco Zaffini, già presidente della commissione Sanità, ha annunciato anche l’abrogazione della disposizione «che prevede il Green pass per le uscite temporanee delle persone ospitate presso strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e no, strutture residenziali socio-assistenziali». A ciò, viene meno «l’obbligo di sottoporsi al test antigenico rapido o molecolare per l’accesso alle prestazioni di pronto soccorso».
Un’importante novità, che manda definitivamente in soffitta la funzione del lasciapassare verde di «ritrovarsi tra persone non contagiose», come invece sosteneva l’ex presidente Draghi, al momento dell’istituzione del Green Pass nel luglio dello scorso anno. La confessione di Pfizer sui mancati test, conferma l’inutilità di decreti legge d’emergenza, Green pass, obblighi vaccinali per i sanitari e tutte le altre leggi liberticide che hanno messo in pausa la democrazia e i diritti su un principio ormai conclamatamene sbagliato, per stessa ammissione dell’azienda produttrice.
Eppure, gli interventi volti ad abbattere, una volta per tutte, il regime sanitario pandemico non dovrebbero terminare qui. Ancora sul lato della certificazione verde, per esempio, il giornalista Alessandro Rico, sulle colonne de La Verità, ha fatto notare come lo scorso governo abbia prolungato la possibilità di esercitare il mezzo fino al 2025: «Il green pass, magari, non sarà più richiesto in alcun luogo, ma in fondina, il potere conserva una pistola carica. Rimettere il colpo in canna può essere questione di una crisi politica, di un cambio di esecutivo, di un’emergenza vera o costruita. È ora di fare il salto di qualità: distruggere l’arsenale. Disarmare il Leviatano», conclude Rico.
Una logica che rappresenta il filo conduttore, sotto il profilo sanitario, dell’azione di Giorgia Meloni, che fin dall’inizio del conferimento dell’incarico ha promesso di «seguire le evidenze scientifiche». In quest’ottica, un altro step decisivo sarebbe l’eliminazione definitiva (e non la semplice sospensione) della multa di 100 euro contro i soggetti non vaccinati. Ad oggi, inspiegabilmente, il centrodestra ha proceduto alla semplice proroga della sospensione della sanzione a giugno 2023.