L’Oms sta lavorando alla riforma del Regolamento sanitario internazionale. Giudicato da molti inadeguato nell’affrontare l’emergenza Covid-19, anche per questo, sotto la pressione di diversi Paesi e organizzazioni, fra cui ad esempio il G7, si è pensato di apportarvi qualche modifica. Peccato però che nella riforma del documento che ispirerà gli interventi contro i rischi sanitari scompaiono i riferimenti alla libertà e alla dignità della persona.
A preoccupare particolarmente le modifiche agli articoli 2 e 3. Il secondo emendamento, che definisce scopo e ambito dell’Organizzazione è stato adattato per occuparsi non solo delle emergenze, certificate in quanto tali, ma anche di quei focolai ancora non emergenziali. In questo senso la dicitura si trasforma da “rischio per la salute pubblica” a “tutti i rischi che hanno un potenziale impatto per la salute pubblica”. Il terzo emendamento, ancora più allarmante, definisce invece i principi. Secondo la proposta avanzata a Ginevra, l’Oms non dovrebbe più seguire e rispettare i “diritti dell’uomo, la dignità e le libertà”, ma i principi di “equità, inclusività e coerenza”. Questo significa che vaccinare tutti per il principio di equità e inclusività sarà più importante che rispettare il diritto alla libertà vaccinale? Considerando che secondo l’articolo 21 della Costituzione dell’Oms, l’Assemblea mondiale della sanità può adottare regolamenti giuridicamente vincolanti per gli Stati, a meno che non li respingano espressamente, la situazione si fa preoccupante.
In questi termini, il regolamento dell’Oms sembrerebbe essere in contrasto con la nostra Costituzione. All’articolo 32, si legge che i trattamenti sanitari non possono mai violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Dovremmo votare a favore di un trattato che snobba quei controlimiti che la nostra Carta fondamentale si è preoccupata di inquadrare e rivendicare per impedire abusi di potere?. Anche se abbiamo visto già come durante la pandemia certe garanzie sono state calpestate con noncuranza. Inoltre, il Rsi prevede esplicitamente che venga battezzata un’autorità nazionale che si accerti della sua esecuzione. Eluderlo ancora non è un’opzione. Ecco perché lascia perplessi l’espansione delle facoltà avocate a sé dall’Oms. Il cui vertice si arrogherebbe la prerogativa di dichiarare emergenze a livello regionale e mondiale, assumendo compiti di guida e coordinamento, che le consentirebbero di imporre provvedimenti su quarantene o altre restrizioni. E gli Stati dovrebbero adeguarsi.
Suona un campanello d’allarme soprattutto a leggere i numerosi riferimenti ai moduli riservati ai viaggiatori e ai certificati, in forma cartacea o digitale, con esplicita menzione dei Qr code, che costituirebbero prova di guarigione o vaccinazione. Le tessere implicherebbero la realizzazione di un sistema per la condivisione dei dati e dovrebbero essere riconosciute e accettate da tutti i Paesi. È un disegno che va collegato a quanto voluto nel documento finale del G20. Al punto 23, i leader della Terra avevano celebrato l’importanza di standard condivisi e metodi di verifica inseriti nella cornice del Regolamento sanitario internazionale, per facilitare viaggi internazionali senza restrizioni. Eccola la loro dittatura sanitaria, i cui preparativi erano cominciati in era Covid.