Ci sono sempre state perplessità sulla necessità dell’uso delle mascherine se non in contesti specifici. Perplessità che, all’inizio della pandemia, erano condivise da una parte della comunità scientifica. Oggi, dopo essere passati per obblighi e sanzioni di ogni tipo, si scopre che la reale utilità delle protezioni per il volto sarebbe molto limitata. Questo il risultato di una revisione di 78 studi pubblicata dalla Cochrane Library, che ha così aggiornato un precedente documento del 2020.
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Riportati da La Verità, i risultati evidenziano come già lavarsi le mani sembrerebbe più efficace della mascherina in viso. Nel testo, gli autori affermano infatti «con moderata certezza» come «indossare o meno la mascherina chirurgica in ambienti comunitari fa poca o nessuna differenza». Gli autori degli studi raccolti poi sulla Cochrane Library hanno anche confrontato l’efficacia delle Ffp2 rispetto alle mascherine chirurgiche.
I dati in questo caso sono stati limitati, visto che negli ambienti studiati la risposta in termini di collaborazione non è stata altissima, ma il risultato è che «l’uso dell’una o dell’altra fa probabilmente poca o nessuna differenza» nella trasmissione di virus. Uno studio effettuato su quattro diverse strutture ospedaliere ha sottolineato come, in termini di efficacia, l’uso di mascherine Ffp2 o chirurgiche sia pressoché identico tra il personale medico alle prese con i pazienti affetti da Covid. I ricercatori hanno anche sottolineato un elemento psicologico, il forte “disagio” di chi è costretto a indossare la protezione in viso per tutto il turno di lavoro.
Tutt’altro discorso per l’igiene delle mani, che se curata con attenzione «riduce del 14% la possibilità di contrarre malattie respiratorie» soprattutto in ambienti affollati come scuole, ospedali, asili e case. Un beneficio decisamente maggiore a fronte di un costo estremamente inferiore, rispetto alle mascherine.