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«Sedati e legati al letto»: la denuncia dei familiari delle vittime del Covid

Ottanta persone hanno chiesto di essere ascoltati dalla futura Commissione d’inchiesta che nascerà per far luce su quanto accaduto durante i drammatici giorni della pandemia

Redazione di Redazione
Marzo 5, 2023
in Italia
Tempo di lettura: 2 mins read
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«Sedati e legati al letto»: la denuncia dei familiari delle vittime del Covid

Mentre la Procura di Bergamo tira le somme di un’indagine con cui si è cercato di far luce su eventuali responsabilità rispetto alla macchina dell’emergenza, viene fuori un’altra verità agghiacciante: malati di Covid legati al letto contro la propria volontà, con i cellulari sequestrati mentre chiedevano di essere portati a casa. È quella raccontata dai famigliari delle vittime: 80 persone che, come raccontato da La Verità, hanno chiesto di essere ascoltati dalla futura Commissione d’inchiesta, che nascerà per far luce su quanto accaduto durante i drammatici giorni della pandemia. E che nel frattempo hanno organizzato una manifestazione per il 7 marzo davanti al ministero della Salute per far sentire la loro voce.

Tra le storie raccolte da La Verità c’è quella di Gianni Caon di Gorizia, morto di Covid a 62 anni senza nessuna patologia alle spalle, arrivato in ospedale «per un controllo, con la saturazione a 99, quindi ottima». La moglie ha raccontato: «Dopo un giorno e mezzo lo hanno intubato dicendo che era gravissimo. Nei giorni successivi mi hanno detto che era migliorato, ma che siccome voleva tornare a casa lo avevano intubato di nuovo perché si agitava troppo. Mio marito è morto il 5 febbraio, era in ospedale dal 10 gennaio. Non riesco a rassegnarmi».

Berardo Gualini, 79 anni, era invece entrato in ospedale asintomatico a Teramo. Anche lui è morto dopo pochi giorni. La figlia Sabrina ha spiegato di averlo portato lì per dei controlli visto che «aveva manifestato astenia e non poteva assumere farmaci per bocca a causa di un’insufficienza renale. Avevo chiesto per lui la terapia anticorpale in day hospital, mi hanno risposto che era meglio ricoverarlo per tenerlo sott’occhio. Camminava e parlava, è stato allettato senza motivo. Dopo la morte aveva le braccia gonfie di edemi. Il primario al telefono mi ha detto che era colpa sua, perché non si era vaccinato».

Racconti che lasciano attoniti. Come quello dei parenti di Antonio Stellabotte, 77 anni di Monza, legato mani e piedi «perché si agitava. Era lucidissimo. Finché siamo riusciti a parlarci diceva di voler tornare a casa, conversazioni interrotte dall’infermiere che voleva rimettesse il casco. Il giorno dopo ci hanno chiamato per dirci che non c’era più niente da fare». Storie diverse, ma un comune denominatore: i pazienti privati dei loro diritti, senza più la possibilità di vigilare sulle terapie che stavano ricevendo.

Tags: Covid-19Familiari vittime Covid
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