All’arrivo in piazza a Massa per un evento elettorale, il leader M5s Giuseppe Conte è stato avvicinato da un uomo che, fingendo di volergli stringere la sua mano, lo ha poi colpito al volto. Subito, su tutti i giornali si è diffusa la notizia che l’aggressore era un no vax. Del resto i no vax sono stati e continuano ad essere, per la politica e per i media allineati, il male assoluto.
L’autore del gesto Giulio Milani, 52 anni, editore e candidato alle prossime comunali per “Massa insorge. Marco Lenzoni sindaco”, ha spiegato lui stesso al Fatto Quotidiano, che quello «è stato uno schiaffo pedagogico. Da ex elettore M5S, ex militante deluso, ed ex rappresentante di lista». All’Adnkronos Giulio Milani minimizza dunque il gesto e gli dà un valore simbolico e politico. Non ho aggredito Conte, ho semplicemente usato il minimo della forza possibile. «Il mio è stato un buffetto, per notificargli il mio disprezzo morale. Mio e di milioni di persone».
Ma tutto è stato ridotto a un gesto compiuto da un no vax. «Perché provo disprezzo per Conte? Perché ha tradito gli elettori facendo accordi con chiunque pur di avere poltrone e perché ha trascinato l’Italia in guerra dando sostegno al governo Draghi. Per non parlare dei provvedimenti anticostituzionali varati dal suo governo durante la pandemia. Lui e Speranza sono alla sbarra con l’accusa di epidemia colposa. Dovremmo interrogarci su di lui, più che su di me», continua Milani. Se Conte dovesse sporgere denuncia? «In tal caso spiegherò le mie ragioni in tribunale. I giornali titolano che sono un no vax, ma io sono un editore, gestisco una casa editrice, sono un intellettuale. Ripeto: il mio è stato uno schiaffo pedagogico. La violenza l’ha fatta lui con i suoi Dpcm». Eccola la spiegazione, dunque.
Ma durante i tre anni della pandemia si è cercato di criminalizzare coloro che dissentivano dalla narrazione ufficiale e criticavano le misure liberticide modellando una cornice valoriale negativa sui dissidenti, etichettandoli come “negazionisti” e “no vax”, associandoli inoltre a elementi legati alla violenza, al complottismo, al fanatismo. Anche i media hanno giocato un ruolo fondamentale nell’indurre surrettiziamente nell’opinione pubblica che i “no vax” siano dei “violenti”. Non da ultimo il caso dell’omicidio della psichiatra Barbara Capovani. L’aggressore, Gianluca Paul Seung, ex paziente della vittima, è affetto da turbe psichiche e disturbi della personalità ed è noto da tempo agli investigatori come persona «di elevata pericolosità». Ha inoltre una fedina penale costellata di numerosi precedenti per molestie e violenze, anche carnali, come riporta il Corriere Fiorentino. Scorrendo le centinaia di post pubblicati da Seung sulla pagina Facebook da lui creata, è stato trovato materiale per definirlo “delirante complottista” e “fervente no vax”.
L’Ansa in una prima agenzia di stampa, volta a delineare il profilo dell’omicida, ha focalizzato l’attenzione sui «messaggi complottisti di vario genere». La Stampa che ha insistito sui «post deliranti su Facebook». Open ha scritto che Seung «A dicembre si era presentato a La Nazione per denunciare da No vax la “vendita di vaccini tossici”», dettaglio assolutamente ininfluente rispetto alla natura e alla dinamica del reato. Matteo Bassetti in un tweet ha sfruttato l’omicidio di Pisa per suggerire tendenziosamente un’associazione implicita tra l’aggressione e la galassia del complottismo: il paziente psichiatrico, scrive Bassetti era un «esponente del mondo complottista, negazionista e no vax». «Sono anni – continua la virostar – che noi sanitari chiediamo di essere tutelati maggiormente dai continui attacchi violenti». Insinuando tra le righe che lui e i colleghi debbano continuamente difendersi dagli assalti di orde di complottisti e no vax.