A Hiroshima il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha presentato la sua proposta di pace. Questa presuppone in primis il ritiro delle truppe russe dai territori occupati, altrimenti sarà impossibile sedersi al tavolo dei negoziati. «Abbiamo sviluppato la formula della pace in modo tale da garantire che ciascuno dei suoi punti sia sostenuto dalle risoluzioni delle Nazioni Unite», Zelensky ha proposto di tenere a luglio un vertice internazionale dedicato alla formula di pace ucraina: «Tra poco, già a luglio, la guerra su vasta scala entrerà in 500 giorni. E questo è un periodo di tempo simbolico, un buon mese per convocare il Summit della Formula di pace, il vertice della maggioranza globale. Il vertice di tutti coloro che sostengono l’onestà e sono determinati a porre fine a questa guerra. Vi invito a unirvi agli sforzi comuni».
La visita in persona di Volodymyr Zelensky al G7 di Hiroshima, in Giappone, ha consentito al presidente ucraino di ottenere alcuni risultati notevoli soprattutto a livello diplomatico: in particolare, Zelensky ha avuto la possibilità di incontrare per la prima volta dall’inizio della guerra i leader di alcuni importanti paesi in via di sviluppo ospiti del G7, come l’India, che in questi mesi hanno evitato di schierarsi e hanno mantenuto rapporti economici con la Russia. Zelensky ha avuto modo di incontrare di persona per la prima volta dall’inizio della guerra il primo ministro indiano Narendra Modi, con cui ha tenuto una riunione bilaterale. L’India negli scorsi mesi aveva invocato un cessate il fuoco in Ucraina ma non aveva mai condannato apertamente l’invasione russa, e anzi ha approfittato delle sanzioni occidentali sull’energia per comprare enormi quantità di petrolio russo a prezzi scontati: l’Occidente ritiene che l’India, assieme alla Cina, sia il paese che più di ogni altro abbia contribuito alla tenuta dell’economia russa in questi mesi.
Per Zelensky è stato importante incontrare i leader dei paesi in via di sviluppo che non si sono schierati nel corso della guerra: il suo più grosso obiettivo non militare è allargare il più possibile il numero dei paesi che condannano l’invasione russa e che, se non partecipano alle sanzioni economiche, quanto meno non contribuiscano attivamente ad aggirarle. Zelensky ha incontrato anche Joko Widodo, il presidente dell’Indonesia (che è il quarto paese più popoloso al mondo) ma non ha ancora avuto un incontro bilaterale con Luiz Inácio Lula da Silva, il presidente del Brasile. I due si sono incontrati soltanto nel corso delle riunioni plenarie, quelle a cui partecipano tutti i paesi invitati. Nelle scorse settimane, in un’intervista alla rivista americana Time, Lula aveva detto che Zelensky «è responsabile per la guerra tanto quanto Putin».
La maggior parte delle decisioni più grosse prese dai leader dei paesi del G7, il gruppo informale di sette dei più importanti paesi democratici e industrializzati del mondo, ha riguardato l’Ucraina. La decisione più importante è stata probabilmente quella sui caccia: il presidente americano Joe Biden ha annunciato che consentirà ai paesi che lo vorranno di fornire aerei da guerra F-16, di fabbricazione statunitense, all’Ucraina. Altre decisioni rilevanti riguardano i tentativi da parte dei paesi del G7 non soltanto di inasprire le sanzioni contro la Russia, ma soprattutto di renderle meno facili da aggirare.