Dopo giorni di polemiche alla fine, durante la finale del festival di Sanremo 2023, è toccato ad Amadeus leggere il messaggio inviato da Volodymyr Zelensky. Una sorta di compromesso, forse dettato dalle numerosissime critiche piovute da ogni dove, in merito alla opportunità di un collegamento del presidente ucraino durante il festival della canzone italiana. Ma Zelensky non divide solo il pubblico di Rai Uno.
Da Sanremo alla politica il passo è breve. Silvio Berlusconi torna a parlare del conflitto russo-ucraino esprimendo posizioni ostili al leader ucraino Volodymyr Zelensky. L’opposizione vuole chiarimenti dalla premier Giorgia Meloni. Palazzo Chigi è costretto a precisare che il sostegno a Kiev da parte del governo italiano è saldo e convinto.
«Io parlare con Zelensky? Se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore», ha affermato Berlusconi in relazione all’incontro di venerdì scorso tra Giorgia Meloni e il presidente ucraino a margine del Consiglio europeo. «Per arrivare alla pace penserei che il signor presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: ‘È a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina. Un piano Marshall da 6, 7, 8, 9mila miliardi di dollari, a una condizione: che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi», ha aggiunto Berlusconi, dopo aver votato nel seggio di via Ruffini a Milano. «Soltanto una cosa del genere – ha aggiunto – potrebbe convincere questo signore (il presidente dell’Ucraina ndr) ad arrivare ad un cessate il fuoco».
Parole che costringono Palazzo Chigi a una immediata nota di precisazione: «Il sostegno all’Ucraina da parte del governo italiano è saldo e convinto, come chiaramente previsto nel programma e come confermato in tutti i voti parlamentari della maggioranza che sostiene l’esecutivo».
Interviene anche Mosca: «Non spetta a me giudicare e dare i voti a Berlusconi, queste sono cose che riguardano gli italiani. Mi limito ai fatti, e i fatti dicono che per otto anni, dal 2014, la Russia ha insistito perché fossero applicati gli accordi di Minsk per la pace in Ucraina. Ma questo non era quello che l’Occidente aveva in mente», dice all’Ansa la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando le dichiarazioni di Berlusconi. E poi: Zelensky «è ormai un’immagine usata per una campagna pubblicitaria» allo scopo di «far vedere che la Russia è cattiva e l’Occidente è buono». Sempre la portavoce di Zakharova ha poi concluso: «Ormai è un’immagine che appare ovunque, dalle partite di calcio al vostro Festival di Sanremo. È una cosa assolutamente ridicola».
Dure le reazioni dell’opposizione: «La premier Meloni è d’accordo con le parole inquietanti pronunciate da Berlusconi sulla guerra in Ucraina? — chiede polemicamente Simona Malpezzi, capogruppo del Pd al Senato —. Oggi di fatto si è schierato ufficialmente con la Russia di Putin. Con questi alleati di governo la premier non si lamenti di come viene trattata in Ue». Mentre il leader di Azione Carlo Calenda va giù duro: «Berlusconi ricomincia con i suoi vaneggiamenti putiniani, in totale contrasto con Ue, il governo di cui fa parte e il ministro degli Esteri che è anche espressione del suo partito. Pessimo».
E arriva anche una nota ufficiale di Forza Italia per provare a tappare la falla, prima che rischi di diventare una voragine politica: «Il sostegno del presidente Berlusconi in favore dell’Ucraina non è mai stato in dubbio. Ha solo espresso la sua preoccupazione per evitare la prosecuzione di un massacro e una conseguente grave escalation della guerra, senza venire mai meno all’adesione di Forza Italia alla maggioranza di governo, alla posizione della Nato, a quella dell’Europa e degli Stati Uniti».