Da più parti si denunciano le conseguenze del disagio provato nei mesi della pandemia, fatta di lockdown, restrizioni e privazioni, scuole chiuse e vita sociale azzerata. Soprattutto tra i giovani. C’è chi evidenzia la forza e la resilienza di adolescenti e bambini, e chi denuncia devastanti effetti di lungo periodo.
«Il danno collaterale dei lockdown è stato sostanziale, di vasta portata e lascerà dietro di sé danni in eredità per centinaia di milioni di persone negli anni a venire». È questo il risultato portato alla luce da Kevin Bardos, docente di scienze sociali e di salute pubblica globale all’Università di Washington e Edimburgo. Pubblicato sulla rivista Social Science Research Network, lo studio analizza nel complesso l’effetto delle chiusure forzate e porta alla luce un quadro desolante.
Il lockdown ha generato nuovi disturbi mentali, provocato l’impennata del debito pubblico e privato, diminuito la libertà di stampa, aumentato l’abbandono scolastico e soprattutto, generato milioni di morti in eccesso. Bambini e ragazzi hanno pagato il prezzo più alto sperimentando ansia e depressione per la solitudine e l’isolamento sociale e il fenomeno non fa che peggiorare con il passare del tempo, anche per via della latenza tipica di certi disturbi che richiedono del tempo per diventare patologia, tanto che gli autori insistono sulla necessità di interventi preventivi per scongiurare l’aumentare delle criticità.
Rispetto infatti ad altri studi in merito, che già avevano evidenziato come i lockdown avessero generato più danni che benefici, questa nuova pubblicazione amplia il campo ad ogni settore. Lo studio non si limita agli effetti su minori o anziani, e neanche ad un solo Paese. Si tratta di una ricerca complessiva, mondiale, che ha analizzato oltre 600 pubblicazioni precedenti, meta-analisi, revisioni sistematiche, rapporti globali e studi di multinazionali.
I risultati sono più che mai negativi. Durante e dopo i lockdown si sono moltiplicati gli abusi sui minori e la violenza domestica; la forbice della disuguaglianza globale si è ampliata; 350 milioni di persone si sono ritrovate in una situazione di insicurezza alimentare. E ancora: opportunità educative perse, impennata dei comportamenti di stile di vita malsani, polarizzazione sociale, arretramento democratico e declino dei diritti umani.
Particolarmente rilevante è però il numero di decessi che, secondo lo studio, il lockdown avrebbe provocato. Il paper parla di una cifra pari a 14-18 milioni di morti in più fra il 2020 e il 2021, di cui solamente 5 o 6 milioni sono stati attribuiti al Sars-Cov2. Tra i motivi della morte, al quarto posto ci sono i suicidi.