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Covid, c’è la commissione d’inchiesta. Le razioni di Conte e Speranza

La maggioranza ha dato il via libera alla proposta di legge per istituire una commissione d'inchiesta sulla gestione della pandemia in Italia. L’ex premier e l’ex ministro contestano: «È un tribunale politico»

Redazione di Redazione
Luglio 7, 2023
in Politica
Tempo di lettura: 2 mins read
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Covid, c’è la commissione d’inchiesta. Le razioni di Conte e Speranza

«Verità, verità», gridano dai banchi della maggioranza. «Vergogna, vergogna», il coro di risposta dei deputati dell’opposizione che si stringono attorno a Giuseppe Conte e Roberto Speranza. Prosciolti rapidamente, nelle scorse settimane, nelle inchieste penali aperte dalla Procura di Brescia prima e dal tribunale dei ministri di Roma. Adesso si ritrovano “imputati” in quello che definiscono un «processo politico al governo che ha gestito l’emergenza Covid» affidato alla commissione bicamerale d’inchiesta Covid.

La Camera ha dato il via libera alla proposta di legge per istituire una commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia in Italia con 172 voti, nessun contrario e quattro astenuti. Le opposizioni non partecipano alla votazione (tranne Azione e Italia viva), i deputati del M5s escono dall’aula dopo l’intervento dell’ex presidente del Consiglio. Nemmeno quelli del Pd hanno partecipato alla votazione, ma sono rimasti nell’Emiciclo sventolando le tessere di voto.

«Questa commissione è una farsa, uno schiaffo agli italiani. Per come l’avete confezionata questa commissione di inchiesta sul Covid è un plotone di esecuzione politico che ha due nomi: Conte e Speranza. Di cosa avete paura? Noi nei tribunali ci entriamo a testa alta a differenza dei vostri esponenti politici». Va dritto al cuore della questione Conte perché gli ambiti dell’inchiesta della commissione bicamerale (che adesso dovrà ricevere anche il voto favorevole del Senato) escludono l’operato delle Regioni nella gestione della pandemia, ma includono tutto quanto riguarda campagna vaccinale e reazioni avverse.

Ed è proprio sulla volontà di fare luce sulla campagna vaccinale che si è scagliato l’ex ministro Speranza, che nella sua lunga requisitoria ha puntato il dito sulle condizioni misere della sanità italiana, ma non ha mai sfiorato il tema dei protocolli da lui stesso approvati ignorando completamente altri pareri medici, e rivelatisi poi completamente fallimentari, dei numerosi casi di pazienti sani entrati in ospedale e usciti in urne, delle centinaia di pazienti cui è stata rifiutata una prestazione medica in assenza di Green pass o tampone negativo.

«Questa commissione, per come l’avete impostata, ignorando tutte le proposte delle opposizioni, ha un’unica finalità: mettere su un tribunale politico per colpire i membri dei governi che vi hanno preceduti», ha detto l’ex ministro in Aula. «Se commissione deve essere, allora si occupi davvero di tutto quello che è successo. Ma voi avete scelto con una mossa strabiliante di escludere le regioni dal perimetro dei lavori della commissione. Regioni che, come è noto, hanno competenze primarie nella gestione della sanità, e chiaramente ne hanno avute nella risposta all’emergenza pandemica».

E punta, invece, tutto il suo scherno sulla volontà di indagare sulle autorizzazioni emesse da Ema: «I vaccini hanno salvato la vita a milioni di persone. E secondo l’Istituto superiore di sanità, a 150.000 persone nel nostro Paese. Ho letto addirittura che questa commissione d’inchiesta, nonostante 13 miliardi di somministrazioni di dosi in giro per il mondo, questa commissione d’inchiesta, udite udite, dovrebbe verificare il lavoro di Ema sulle procedure autorizzative dei vaccini. Non commento per carità di patria».

Tags: Commissione d'inchiesta CovidCovid-19Giuseppe ConteRoberto Speranza
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