«Fare presto. Inaccettabile morire di caldo sul lavoro». Per una volta, tutti d’accordo. Imprese e sindacati chiedono al governo di intervenire. Con un decreto d’urgenza, dicono Cgil e Uil, per «fermare le attività sopra una certa soglia di temperatura e garantire la Cassa integrazione a tutte le forme di lavoro». Con un protocollo, come quello firmato in pandemia, secondo il presidente di Confindustria Carlo Bonomi e la Cisl: «Più smart working, Cig anche sotto i 35 gradi, nuova organizzazione del lavoro».
Se pensavate che ci fossimo finalmente liberati dei toni allarmistici e delle misure di emergenza, vi sbagliavate. È di nuovo tutto come con il Covid. In fondo il modello per loro aveva funzionato perfettamente, quindi perché non replicarlo? Al posto del Covid, però, ora c’è il caldo, e i colpi di calore. È una novità del 2023, infatti, che il caldo sfianchi, affatichi, faccia sudare e abbassi la pressione. Da settimane, però, è partita una campagna mediatica martellante sull’estate infuocata e assassina. Tanto che anche l’esperto del meteo Paolo Sottocorona ha sbottato richiamando tutti alla realtà. Viene da chiedersi se dietro tutto questo allarmismo ci siano altri fini. Cioè spingere le politiche green e la cosiddetta transizione ecologica. Hanno capito che diffondere la paura crea ottimi risultati e così replicano il modello.
Ed ecco tornare i titoli sugli ospedali intasati. E i famosi bollettini. Sì, ogni giorno, sul portale del ministero della Salute, sono adesso pubblicati i bollettini caldo, per richiamare alla mente l’elenco dei “contagiati” e dei morti che ci veniva somministrato da Speranza. Il suo successore, Orazio Schillaci, ha addirittura aumentato l’allarmismo raccomandando l’attivazione del cosiddetto “codice calore”, cioè l’istituzione di un percorso assistenziale preferenziale e differenziato nei pronto soccorso, e la riattivazione delle Usca, le Unità di continuità assistenziali per limitare il ricorso agli ospedali. Ma non è tutto. Si procederà anche all’attivazione degli ambulatori territoriali «7 giorni su 7 sul periodo delle 12 ore per accessi relativi agli effetti del caldo».
Clima estremo come il Covid. Come denuncia La Verità, nelle Regioni, si stanno ancora chiedendo quali ambulatori possano far funzionare per le questioni climatiche, in assenza di infermieri, di medici e in periodo di ferie del personale. Intanto, però, la campagna mediatica è già partita diffondendo delle vere e proprie fake news, come quella dei 47 gradi. E se prima era il Covid, adesso è il cambiamento climatico a mettere a rischio la nostra salute.