L’agenzia europea del farmaco ha dato il via libera al nuovo vaccino monovalente anti-Covid aggiornato alla sottovariante Omicron XBB.1.5 prodotto dalla Pfizer. In contemporanea diversi giornali del circuito mainstream hanno iniziato a rilanciare allarmi su presunti aumenti dei contagi in tutta Europa. Così neanche il tempo di riporre ombrelloni e infradito che è già partita una martellante campagna di vaccinazione in vista del prossimo autunno. «Pfizer e BioNTech hanno prodotto il vaccino adattato per garantire la disponibilità delle forniture in vista della prossima stagione autunnale e invernale, quando si prevede che la domanda aumenterà», si legge in una nota di Pfizer. Sembra di essere tornati al 2020.
«Il farmaco aggiornato si può utilizzare per prevenire il Covid – si legge – negli adulti e nei bambini a partire dai sei mesi di età». Ci risiamo. Continuano a vendere questa bugia, probabilmente a forza di ripeterla ci stanno credendo anche loro. Quello che spaventa è che si parla, di nuovo, di bambini dai 6 mesi in su. Le raccomandazioni invitano adulti e bambini dai 5 anni in su a inocularsi una sola dose, indipendentemente dalla loro storia vaccinale. Cioè, tutti i vaccini fatti obbligatoriamente, altrimenti si perdevano lavoro, scuola e diritti, negli anni precedenti non valgono più. È come se avessero ammesso loro stessi che le dosi fatte non hanno più alcun effetto, ammesso che l’abbiano mai avuto.
In linea con le precedenti raccomandazioni dell’Ema e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), infatti, gli adulti e i bambini a partire dai 5 anni di età che necessitano di vaccinazione dovrebbero ricevere una singola dose, indipendentemente dalla loro storia vaccinale contro il Covid-19. I bambini dai 6 mesi ai 4 anni possono ricevere una o tre dosi a seconda che abbiano completato un ciclo di vaccinazione primaria o abbiano avuto il Covid- 19.
Ma il colosso farmaceutico Pfizer non ha ammesso di non aver svolto i trial sulle donne in gravidanza. Nonostante neanche l’Organizzazione mondale della Sanità non parli più di pandemia e il Covid-19 sia considerato al pari una malattia endemica, come l’influenza, si continua nel voler convincere la popolazione a vaccinarsi con sieri a mRna con potenziali effetti avversi nel medio lungo termine non ancora indagati. E l’Unione Europea si riempie di fiale di vaccino per far fronte a profetizzate pandemie letali.
Il nuovo vaccino Pfizer avrà un costo maggiorato per i Paesi dell’Unione Europea rispetto ai circa 20 euro a dose pagati finora. L’Ue ha accettato condizioni ancora più gravose imposte dall’azienda pur di spalmare le consegne. Il contratto iniziale infatti prevedeva la fornitura di 450 milioni di dosi nel 2022 e altrettante nel 2023. Ma è una quantità largamente superiore alla domanda: secondo i dati del Centro europeo per il controllo delle malattie, in tutta l’Ue sono state somministrati 185 milioni di dosi nel 2022 e appena 6 milioni nel 2023. Ricevere tutti i vaccini prenotati avrebbe significato lasciarne scadere una larga parte. Alla fine di maggio, la Commissione Europea ha rinegoziato le consegne accettando di pagare un sovrapprezzo alla Pfizer. Sul nuovo accordo vige il segreto commerciale: Bruxelles si è limitata a dichiarare che «il prezzo non differisce in modo sostanziale da quanto inizialmente concordato».
Dipende da cosa si intende per «sostanziale». Pfizer, infatti, pratica politiche molto aggressive sul prezzo dei farmaci. Negli Usa, ad esempio, l’azienda ha dichiarato che il costo del nuovo vaccino sarà innalzato a 110-130 dollari a dose, cioè oltre cinque volte di più rispetto al valore iniziale. La società punta a recuperare un fatturato che, nel secondo trimestre del 2023, è calato del 54% rispetto all’anno precedente, dopo un biennio record in cui la Pfizer è diventata la prima azienda farmaceutica mondiale.
Le alternative a cui rivolgersi esistono: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha approvato l’uso di ben 11 vaccini, alcuni dei quali costano meno di 5 euro. L’Europa però si è legata a Pfizer per molti anni a venire. L’accordo del 2021 firmato con l’azienda riguarda 1,8 miliardi di dosi tra ordini e opzioni: quanto basta a vaccinare l’intera popolazione europea quattro volte. Al ritmo tenuto nel 2023, le dosi Pfizer prenotate basteranno per i prossimi decenni.