George Orwell, nel 1936 dopo un reportage nelle miniere inglesi, lo definì “un conflitto minore”. Il magistrato Bruno Giordano parla sempre di “crimine di pace”. Dopo l’incidente di Brandizzo con i 5 operai morti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto che «morire sul lavoro è un oltraggio ai valori della convivenza». Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha annunciato che nominerà una commissione d’inchiesta «perché nel 2023 non si può morire di notte lavorando sui binari, qualcosa non ha funzionato, c’è stato un errore umano».
Ieri un treno ha travolto e ucciso cinque operai vicino alla stazione ferroviaria di Brandizzo, in provincia di Torino. Era un treno passeggeri vuoto e fuori servizio, che viaggiava da Alessandria in direzione di Torino. Secondo quando detto dai Carabinieri il treno stava viaggiando a 160 chilometri all’ora ed era composto dalla locomotrice e da undici vagoni: al momento dell’incidente gli operai investiti stavano lavorando sul binario 1, per sostituire un tratto di binario vicino alla stazione di Brandizzo. Altri due operai sono stati sfiorati dal treno, ma sono rimasti illesi e sono stati ricoverati in ospedale solo per accertamenti.
Una strage quotidiana. Una media che si avvicina ai tre morti al giorno sui luoghi di lavoro. Nel primo semestre del 2023, secondo quanto reso noto dall’Inail, 450 lavoratori hanno perso la vita. Fatta una fredda media matematica si tratta di 2,4 morti al giorno, domeniche e festività comprese. Nello specifico 346 sono morti direttamente sul luogo di lavoro, 104 «in itinere» vale a dire mentre si recavano in fabbrica, in cantiere, in azienda. Nel 2022 i morti erano stati 1091, cifra che corrisponde a 2,9 morti quotidiani.
L’Osservatorio indipendente di Bologna, che censisce tutti gli infortuni mortali (e non solo quelli dei lavoratori assicurati con l’Inail, ma compresi quelli «in nero») ne ha contasti invece 610 dal primo gennaio al 28 agosto 2023. Si tratta di una statistica spaventosa, benché non ufficiale.
Secondo un rapporto dell’Osservatorio sulla sicurezza e l’ambiente di lavoro «Vega Engineering» la fascia di età maggiormente esposta al rischio è quella dei lavoratori giovani, tra i 15 e i 24 anni di età: le stime parlano di 14 morti ogni mille occupati contro una media perla fascia di età maggiore di 7,8.