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La verità di Amato sulla strage di Ustica

L’ex presidente del Consiglio rilancia la tesi sostenuta anche da Cossiga: «Era scattato un piano per colpire l’aereo sul quale volava Gheddafi, ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi»

Redazione di Redazione
Settembre 3, 2023
in Italia
Tempo di lettura: 3 mins read
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La verità di Amato sulla strage di Ustica

Tra i tanti pezzi mancanti alla verità sulla strage di Ustica, c’è un solo punto fermo: i francesi hanno mentito. Il Dc9 dell’Itavia precipitato vicino a Ustica il 27 giugno 1980 fu abbattuto da un missile francese. Lo sostiene, in un’intervista a La Repubblica, l’ex premier Giuliano Amato.

«Era scattato un piano per colpire l’aereo sul quale volava Gheddafi- racconta Amatp – ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi. Adesso l’Eliseo può lavare l’onta che pesa su Parigi». Il coinvolgimento dei francesi nell’incidente aereo non è una novità ed era già apparso anche su alcuni giornali negli anni successivi alla strage. Ipotesi avanzata dall’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga e dallo stesso Giuliano Amato.

Arriva dalla sede del ministero degli Esteri francese, il Quai d’Orsay, il primo commento: «Su questa tragedia la Francia ha fornito ogni elemento in suo possesso ogni volta che le è stato chiesto». Il ministero aggiunge che ogni informazione è stata fornita «soprattutto nel quadro delle inchieste condotte dalla giustizia italiana. Restiamo ovviamente a disposizione per lavorare con l’Italia se ce lo chiederà».

Il disastro aereo che resta uno dei grandi misteri italiani avvenne alle 20.59, nello spazio aereo fra Ponza e Ustica e coinvolse il volo di linea IH870 della compagnia aerea Itavia, partito dall’aeroporto di Bologna-Borgo Panigale e diretto all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi. L’aereo si spezzò in due parti e cadde nel mar Tirreno. A bordo c’erano 81 persone: 77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio, nessuno si salvò.

«Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione – ha dichiarato Amato – e il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario». Nell’intervista l’ex presidente della Corte costituzionale spiega che le cose andarono diversamente: «Gheddafi fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo. E il missile sganciato contro il Mig libico finì per colpire il Dc9 dell’Itavia. L’ipotesi più accreditata è che quel missile sia stato lanciato da un caccia francese partito da una portaerei al largo della costa meridionale della Corsica o dalla base militare di Solenzara, quella sera molto trafficata la Francia su questo non ha mai fatto luce».

«Mi chiedo perché un giovane presidente come Macron, anche anagraficamente estraneo alla tragedia di Ustica, non voglia togliere l’onta che pesa sulla Francia – continua Amato – e può toglierla solo in due modi: o dimostrando che questa tesi è infondata oppure, una volta verificata la sua fondatezza, porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo. Il protratto silenzio non mi pare una soluzione».

Una serie di scottanti rivelazioni, insomma, che com’è prevedibile hanno suscitato subito immediate e diverse reazioni. Si tratta di «parole importanti che meritano attenzione», dice in una nota la premier, Giorgia Meloni, che precisa però come lo stesso Amato le categorizzi come «frutto di personali deduzioni. Chiedo al presidente Amato di sapere se, oltre alle deduzioni, sia in possesso di elementi che permettano di tornare sulle conclusioni della magistratura e del Parlamento, e di metterli eventualmente a disposizione, perché il governo possa compiere tutti i passi eventuali e conseguenti». Meloni ricorda anche che «nessun atto riguardante la tragedia del DC9 è coperto da segreto di Stato e nel corso dei decenni è stato svolto dall’autorità giudiziaria e dalle Commissioni parlamentari di inchiesta un lungo lavoro».

E il ministro degli Esteri Antonio Tajani spiega che quelle di Amato sono «parole di un privato cittadino»: «Non c’è da commentare, c’è stato un processo, ci sono state sentenze, non si può commentare un’intervista: vedrà la magistratura, indagherà su quello che è successo». «Giuliano Amato ha rilasciato dichiarazioni di inaudita gravità a proposito di Ustica: è assolutamente necessario capire se ci sono anche elementi concreti a sostegno delle sue parole», ha commentato Matteo Salvini. «Visto il peso delle affermazioni di Amato e il suo ruolo rilevante all’epoca dei fatti, attendiamo commenti delle autorità francesi».

Di «parole molto importanti» parla invece Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica. «L’intervista ribadisce ciò che già sapevamo: il Dc9 è stato abbattuto, e la Francia, fino a ora, ha risposto in maniera insoddisfacente e vergognosa. È il governo del nostro Paese che ora deve rivolgersi a Macron con forza per chiedere che emerga questa verità mai confessata».

Tags: Giuliano AmatoGoverno MeloniStrage di Ustica
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