I repubblicani si preparano a trasformare l’anno che precede il voto presidenziale del novembre 2024 in un calvario per Joe Biden. Lo speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Kevin McCarthy, ha annunciato di aver ordinato l’apertura dell’indagine formale sulle accuse di corruzione e concussione rivolte a Joe Biden e legate agli affari esteri del figlio Hunter quando l’attuale inquilino della Casa Bianca era vicepresidente. Una mossa che rappresenta il primo passo nel processo di impeachment nei confronti del presidente.
Hunter Biden è indagato ormai da alcuni anni per evasione fiscale (non avrebbe pagato le tasse sul reddito nel 2017 e nel 2018) e per il possesso illegale di un’arma da fuoco. Alla Camera, in cui ora i Repubblicani hanno la maggioranza, sono in corso indagini sulle sue attività da mesi: finora non hanno portato a prove su un qualche coinvolgimento del presidente Biden.
Lo speaker della Camera ha detto che l’indagine si concentrerà su accuse di «abuso di potere, intralcio e corruzione» nei confronti di Biden e che è stata avviata perché ci sono ragionevoli elementi per ritenere che nella famiglia del presidente ci sia una «cultura della corruzione». Per lui, quindi, «il prossimo logico passo» è mettere ai voti un’inchiesta formale della Camera sul presidente destinata a sfociare, nelle intenzioni dei richiedenti, in un’incriminazione e in un processo che, in base alla Costituzione, si terrebbe davanti al Senato trasformato in organo giudicante.
McCarthy aveva già accennato settimane fa alla possibilità che fosse avviata un’indagine per mettere Biden sotto impeachment. Alcuni esponenti del suo partito esercitano da tempo forti pressioni in questo senso, soprattutto ora che l’ex presidente Donald Trump, che in passato era stato sottoposto a procedure di impeachment due volte, sta affrontando i procedimenti giudiziari relativi alle sue quattro incriminazioni.
Biden non verrebbe condannato, così come non è stato condannato Trump nei suoi due impeachment, perché per defenestrare un presidente serve il voto dei due terzi dei senatori. Ma già impegnare il Congresso in un’ipotetica messa in stato d’accusa del presidente e discutere quotidianamente di sue possibili responsabilità rispetto ai reati commessi dal figlio Hunter sarebbe molto dannoso per l’immagine di Biden e servirebbe a creare un contraltare all’attenzione per i quattro processi che attendono Donald Trump nell’anno elettorale.