Addio reddito di cittadinanza, arriva l’assegno di inclusione. Da oggi sarà possibile richiedere la misura che entrerà in vigore dal primo gennaio sostituendo definitivamente il Rdc voluto dal M5s. L’assegno di inclusione è dedicato ai nuclei familiari che hanno al loro interno almeno un componente con disabilità o minorenne oppure con almeno 60 anni di età o in condizione di svantaggio e inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione. La misura riguarda anche coloro che sono stati inclusi all’interno di un percorso di protezione dalla violenza di genere.
Le domande potranno essere inoltrate sul sito dell’Inps e attraverso i patronati, poi da gennaio anche attraverso i Caf. Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dopo il decreto attuativo registrato dalla Corte dei conti, ha deciso di dare l’avvio alle richieste in anticipo. Ciò, ha spiegato il ministero, consentirà il pagamento dell’assegno già dalla fine di gennaio. Non ci sarà, quindi, alcun click day. La platea è di oltre 737mila nuclei familiari
Non mancano le critiche. Il M5s, padre del Reddito di cittadinanza, lancia l’allarme sul rischio che dopo gli «esodati della Fornero ora questo governo crea gli esodati del Rdc», denunciando i ritardi del provvedimento attuativo, dopo che il decreto lavoro del primo maggio aveva introdotto le novità. Il governo, invece, per bocca della ministra Calderone parla di «un cambio di paradigma a favore di una misura di inclusione attiva che guarda al sostegno concreto delle persone più fragili puntando allo stesso tempo all’integrazione sociale e lavorativa».
L’assegno di inclusione, seguirà quindi l’avvio del Supporto formazione e lavoro (Sfl), partito il primo settembre scorso. E chiuderà così il capitolo reddito di cittadinanza. Arriva anche la Carta di inclusione, una ricaricabile emessa da Poste italiane attraverso cui sarà erogata la nuova indennità. Il Supporto formazione e lavoro, invece, prevede un trasferimento diretto via bonifico: si tratta di 350 euro al mese per massimo 12 mesi per le persone occupabili. L’assegno di inclusione potrà essere riconosciuto per 18 mesi e rinnovato, dopo la sospensione di un mese, per ulteriori 12 mesi. L’importo massimo annuo è di 6mila euro, incrementabile in base alla composizione del nucleo familiare e alle necessità abitative. È di 7.560 euro l’anno se il nucleo è composto da persone over 67. Per quanto riguarda i requisiti economici, il valore dell’Isee non deve essere superiore a 9.360 euro; più alto nel caso di nuclei familiari con minorenni.
Sono previsti degli obblighi. I beneficiari dell’assegno di inclusione, infatti, dovranno sottoscrivere un “patto di attivazione digitale” sulla piattaforma Siisl (il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa) e quindi aderire a un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa. Saranno tenuti a presentarsi per il primo appuntamento presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del patto e poi ogni 90 giorni, per aggiornare la propria posizione. In caso di mancata presentazione, il beneficio sarà sospeso.
Sono esclusi dai vincoli del percorso gli over-60, le persone con disabilità, quelle con figli di tre anni o tre o più minori, le donne vittime di violenza di genere inserite nei percorsi di protezione. Per loro l’indennità verrà comunque riconosciuta, considerandole indipendenti dal nucleo familiare in cui spesso si annida la violenza.