«Quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al presidente della Camera di nominare una Commissione la quale giudichi la fondatezza dell’accusa». È l’articolo 58 del Regolamento della Camera che indica cos’è e quali sono le funzioni di un Giurì d’onore. Si tratta dell’organismo parlamentare chiesto dal presidente del M5s Giuseppe Conte per «accertare le menzogne denigratorie del presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Aula sul Mes».
Il riferimento è all’intervento al Senato in cui la premier Giorgia Meloni, in replica al dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo, ha attaccato il governo Conte due sul Mes, mostrando in aula il fax con cui l’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il 20 gennaio del 2021, diede istruzioni all’ambasciatore a Bruxelles di sottoscrivere le modifiche al fondo salva-Stati dell’Ue .All’accusa Conte ha risposto con un video pubblicato sui suoi profili social e ora con la richiesta di un giurì d’onore, dopo «aver avvertito Fontana e il presidente Mattarella». E Di Maio ha risposto con un contro-fax che smonta la ricostruzione di Meloni.
Nella prassi parlamentare la nomina del Giurì d’onore presuppone tre elementi: innanzitutto l’addebito personale e diretto di un parlamentare nei confronti di un altro nel corso di una discussione; in secondo luogo l’attribuzione di fatti determinati e non quindi l’espressione di un giudizio o una opinione; e infine la possibilità che la Commissione di indagine, che non dispone di poteri coercitivi, possa acquisire elementi di conoscenza in ambito parlamentare o attraverso testimonianze spontanee degli interessati.
Toccherà al presidente della Camera Lorenzo Fontana, che guida il ramo del Parlamento in cui Conte è stato eletto, decidere sulla costituzione dell’organo che nasce per dirimere le controversie ‘d’onore’ tra i parlamentari.
È la seconda volta da quando il governo Meloni è in carica che viene avanzata la richiesta di un Giurì d’onore. A febbraio scorso fu il Pd a chiedere il giurì d’onore dopo le affermazioni di Giovanni Donzelli in Aula sul caso Cospito, chiamato a giudicare il comportamento del deputato di Fdi che alla Camera aveva accusato il Pd “reo” di aver visitato in carcere a Sassari il 12 gennaio l’anarchico per verificare il suo stato di salute e ne mise in discussione l’onore con una pesante accusa, ossia di fare gli interessi dei mafiosi al 41 bis. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, aveva nominato la «commissione d’indagine richiesta dai dem per giudicare la fondatezza delle accuse» nei loro confronti. Il Giurì d’onore era presieduto da Sergio Costa e composto da Fabrizio Cecchetti, Annarita Patriarca, Roberto Giachetti e Colucci. E Donzelli dopo aver ritrattato fu assolto.