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Il sintomo principale dell’allergia al Nichel è la dermatite da contatto, uno sfogo cutaneo pruriginoso che compare quando la pelle entra in contatto con un oggetto contenente questo metallo. Ma possono presentarsi anche sintomi sistemici strettamente correlati all’ingestione di questo metallo nella normale alimentazione. Il Nichel è un materiale ubiquitario: è presente nelle acque, nel terreno e negli organismi vegetali, per cui viene assunto in piccole quantità negli alimenti consumati dall’uomo. Oltre ad essere impiegato, in ambito industriale, in molti oggetti di uso quotidiano (pentole, occhiali, chiavi, bijoux, monete), nei coloranti per tessuti, nei cosmetici, nei prodotti per l’igiene personale e nei detersivi. La sua esposizione può comportare problemi di allergia che richiedono attenzione e trattamento specifico. Ne abbiamo parlato con la dr.ssa Isidora Paffumi, specialista in Allergologia e Immunologia clinica.
Che cos’è il Nichel?
«Il Nichel è un metallo duro, malleabile e duttile utilizzato per realizzare diverse leghe metalliche, come l’acciaio inossidabile, e comunemente utilizzato in una vasta gamma di applicazioni a causa delle sue proprietà fisiche e chimiche. Per questo è uno dei più comuni agenti sensibilizzanti e ciò potrebbe anche essere correlato all’incremento dell’impiego industriale di questo metallo (che si calcola sia del 10% circa all’anno) e quindi a una sempre maggiore esposizione».
Come avviene l’esposizione al Nichel?
«L’esposizione al Nichel avviene sia attraverso l’esposizione cutanea a oggetti metallici, prodotti per la casa e cosmetici, sia attraverso l’esposizione sistemica tramite cibo, acqua, protesi chirurgiche e impianti dentali. L’allergia al Nichel, inizialmente una malattia occupazionale tra lavoratori nel XIX secolo, ora colpisce principalmente donne e deriva da articoli di consumo, come gioielli e montature per occhiali, ma è presente anche in molti altri oggetti metallici e prodotti per la cosmesi. Il Nichel è naturalmente presente nel suolo e nell’acqua, influenzando il contenuto nei vegetali e negli animali. Alcuni alimenti, come cacao, cioccolato, semi di soia, farina d’avena, noci e mandorle, sono ricchi di nichel, ma solo una piccola percentuale viene assorbita quando li consumiamo. L’esposizione al nichel è onnipresente, il che rende cruciale la consapevolezza dei suoi effetti e delle fonti comuni di esposizione».
Perché si diventa allergici al Nichel?
«Come tutte le allergie, anche quella al nichel è causata da un errore del sistema immunitario, che reagisce alla presenza di questo metallo, in realtà innocuo, per difendere l’organismo dalla sua presenza. Una volta sviluppata l’allergia il sistema immunitario si attiverà tutte le volte in cui l’organismo entrerà in contatto con il nichel, scatenando una risposta allergica. La causa alla base di questa attivazione impropria non è nota, ma l’allergia può essere almeno in parte attribuita a una predisposizione genetica. I pazienti, infatti, sono spesso soggetti già allergici o con familiarità all’allergia al nichel e soprattutto donne (poiché indossano in percentuale maggiore rispetto al sesso maschile accessori o gioielli che contengono questo metallo), ma anche persone con mansioni lavorative che implicano il contatto con metalli pesanti».
Quali sono le manifestazioni cliniche dell’allergia al Nichel?
«Generalmente si manifesta sotto forma di Dermatite Allergica da Contatto (DAC), una reazione infiammatoria cutanea causata dal contatto con il Nichel in individui sensibili. Si basa su una risposta immunitaria di tipo IV, scatenata dai linfociti T, quando gli ioni di nichel legano proteine cellulari e di matrice nella pelle. La dermatite nel punto di contatto si manifesta in forma di puntini o vescicole, prurito, talvolta molto severo, rossore, bruciore o dolore, gonfiore. Le eruzioni cutanee possono durare fino a 2-4 settimane e, nei casi più gravi, possono evolvere a ferite o ulcerazioni in caso di contatto prolungato e continuo. Ma oltre ai sintomi tipici della dermatite allergica da contatto, recentemente è stata osservata una Sindrome sistemica da allergia al Nichel Solfato (SNAS)».
Cos’è la Sindrome Sistemica da Allergia al Nichel Solfato?
«La sensibilizzazione al Nichel può dar luogo non solo alla dermatite da contatto, ma anche a una sindrome sistemica caratterizzata da sintomi che coinvolgono vari organi e sistemi. Questa sindrome è nota come Sindrome Sistemica da Allergia al Nichel Solfato (Systemic Nickel Allergy Syndrome – SNAS). Clinicamente, la SNAS può manifestarsi con sintomi cutanei, come il riaccendersi di lesioni eczematose e l’eczema vescicolare ricorrente delle mani, eritema pruriginoso con lieve edema delle natiche e delle pieghe cutanee, esantema maculo-papulare, eczema flessurale, orticaria generalizzata, prurito e lesioni simili alla vasculite. Inoltre, possono verificarsi sintomi extra-cutanei, tra cui disturbi gastrointestinali come dolori addominali, diarrea, vomito, meteorismo, pirosi, nausea e stipsi, problemi respiratori come rinite ed asma, sintomi neurologici come cefalea, sintomi generali come febbre, fibromialgia, artralgie, sindrome da stanchezza cronica, cistiti».
Come si arriva alla diagnosi?
«La diagnosi di allergia sistemica al nichel è una sfida complessa che richiede una serie di approcci diagnostici. L’anamnesi gioca un ruolo cruciale, consentendo la raccolta di dati clinici dettagliati, l’identificazione di comorbidità e l’analisi della sintomatologia del paziente. Tuttavia, poiché i sintomi possono variare ampiamente e mimare altre condizioni patologiche, è fondamentale eseguire test specifici per confermare la diagnosi. Il patch test, un test epicutaneo con una soluzione di NiSO4 al 5%, rappresenta uno strumento diagnostico essenziale. La dieta di eliminazione è un passo successivo nel processo diagnostico. Se il patch test è positivo e i sintomi suggeriscono un’allergia sistemica al nichel, il paziente viene consigliato a seguire rigorosamente una dieta a basso contenuto di nichel per diverse settimane. Questo regime dietetico esclude alimenti ad alto contenuto di nichel e impone norme igienico-ambientali per la preparazione e la conservazione degli alimenti. Se la dieta di eliminazione produce miglioramenti significativi, si procede con un test di provocazione orale con il nichel. Questo test coinvolge l’assunzione progressivamente crescente di NiSO4 sotto supervisione medica. Qualsiasi sintomo durante il test indica una sensibilità al nichel. Nel complesso, il percorso diagnostico per l’allergia sistemica al nichel richiede un’approfondita valutazione clinica, l’esecuzione di test specifici e la stretta osservanza di una dieta a basso contenuto di nichel. Solamente attraverso una diagnosi accurata è possibile individuare il piano di trattamento più idoneo per gestire questa complessa condizione».