Diete drastiche e sedute sfiancanti in palestra per rimettersi in forma dopo le feste. Fatica inutile. Potrebbero bastare 90 minuti di riposo in più a notte, giusto un’ora e mezza, per perdere peso, resistendo alla tentazione di cibi insidiosi per la linea. La dritta arriva da un gruppo di ricercatori del King’s College di Londra, autori di uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition.
SONNO E ALIMENTAZIONE. Non basta dormire 7 ore a notte, ne servirebbero almeno 8 e mezzo. La carenza di sonno è un fattore di rischio obesità già noto, perché altera i livelli degli ormoni che regolano l’appetito. Ma i ricercatori britannici aggiungono un tassello alla comprensione del meccanismo che collega letto e bilancia: le persone che dormono di più, spiegano, mostrano un minore interesse verso alimenti zuccherarti e carboidrati. Più precisamente, secondo i calcoli degli scienziati, chi riesce ad accumulare più ore di sonno finisce per scegliere cibi più sani nell’arco della settimana, assumendo in media 10 grammi di zucchero in meno ogni giorno.
LO STUDIO. «Il sonno prolungato – riferisce l’autrice principale del lavoro, Wendy Hall del Dipartimento di Scienze della nutrizione dell’ateneo londinese – ha portato a una riduzione del consumo di zuccheri liberi, quelli aggiunti agli alimenti dall’industria o in cucina, così come degli zuccheri di miele, sciroppi e succhi di frutta. Ciò suggerisce che un semplice cambiamento nello stile di vita può davvero aiutare a magiare più sano». La ricerca del gruppo di studiosi britannici si è svolta prendendo in esame un campione di 42 volontari che sistematicamente avevano l’abitudine di dormire meno di sette ore a notte. Alla metà dei partecipanti sono state consigliate delle pratiche da seguire per poter dormire di più, allo scopo di incrementare il loro sonno di circa 90 minuti a notte. Le indicazioni prevedevano di evitare ad esempio l’assunzione di caffè nelle ore serali, l’abitudine a rituali serali rilassanti e un tipo di regime alimentare che prevedeva di non coricarsi né troppo affamati e né troppo pieni. Al resto del gruppo di volontari non veniva dato, invece, nessuna particolare indicazione, per poter migliorare il proprio sonno. L’osservazione dei 21 volontari che hanno dormito in media di più ha fatto evincere la riduzione dell’esigenza di immagazzinare nel proprio organismo gli zuccheri di circa 10 grammi quotidianamente. Inoltre, lo stesso gruppo, ha assunto istintivamente anche meno carboidrati. Al contrario, nessun cambiamento è stato osservato nel gruppo che non ha aumentato la quantità di ore di sonno.
ALMENO 90 MINUTI. I risultati dello studio evidenzierebbero chiaramente come il sonno abbia una notevole influenza sull’equilibrio del nostro organismo, suggerendo come un piccolo cambiamento del proprio stile di vita potrebbe intervenire positivamente, contribuendo ad aiutare a seguire una dieta più sana e meno calorica. Anche solo 90 minuti di sonno in più porterebbero, quindi, portare a scelte di vita più sane. «La durata e la qualità del sonno – commenta Haya Al Khatib, a capo del gruppo di ricerca – rappresentano elementi di crescente interesse per la salute pubblica e sono stati individuati come possibili fattori di rischio per diverse condizioni. Abbiamo dimostrato che le abitudini notturne possono essere modificate con relativa facilità negli adulti sani, utilizzando un approccio personalizzato. Contiamo di approfondire i nostri risultati con studi a lungo termine e più dettagliati, specie nelle popolazioni più esposte a obesità o malattie cardiovascolari».