Il countdown per l’arrivo del vaccino contro il coronavirus nel Paese è già iniziato: «Confidiamo di poter vaccinare i primi italiani alla fine di gennaio», ha annunciato il Commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri. Le prime dosi saranno somministrate alle categorie individuate in funzione della loro «fragilità e potenziale esposizione al virus» e distribuite attraverso un piano del ministero della Salute: un “meccanismo centralizzato” e non su base regionale.
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È pronta la bozza del piano messo a punto dagli esperti del ministero della Salute per il vaccino contro il Covid. La conferma arriva anche da Gianni Rezza nel corso della periodica conferenza stampa con cui illustra i dati del monitoraggio settimanale, il quale ha precisato che il documento sarà perfezionato dopo una «riflessione con le regioni», per poi essere diffuso. Il documento contiene delle indicazioni di ordine medico, precisando quali saranno le categorie di persone che riceveranno per prima il vaccino. Per l’organizzazione logistica, il trasporto e lo stoccaggio del vaccino se ne occuperà il commissario Arcuri, come ha già anticipato dal premier Conte.
Il primo lotto di vaccini prevede l’arrivo di un milione e settecentomila dosi. La vaccinazione di massa dovrà attendere ancora un po’. «La campagna partirà con un milione e 700 mila nostri concittadini – ha spiegato il commissario Arcuri – per arrivare a una platea più ampia, sia in funzione della crescente disponibilità delle dosi del vaccino che in funzione dell’auspicata disponibilità di dosi di altri vaccini che stanno arrivando alla fine della loro fase delle sperimentazione».
I primi a ricevere l’antidoto saranno coloro ritenuti più fragili e maggiormente esposti al virus: operatori sanitari e personale medico, al fine di garantire la protezione alla categoria di lavoratori maggiormente esposti al patogeno; anziani, partendo da quelli più fragili, ricoverati all’interno delle Rsa; e le persone la cui salute è più precaria come i malati cronici. Gli ultimi saranno i giovani.
«C’è qualche problema per la catena del freddo per la distribuzione del vaccino Covid ma era noto ed il ministero non si è fatto trovare non pronto per questi aspetti di logistica. Adesso il lavoro che sarà svolto con Arcuri consentirà di poter avere un adeguato meccanismo di distribuzione tenendo presente che ci sono anche altri vaccini che stanno arrivando. Si investe su diverse piattaforme vaccinali per poter avere numeri più larghi di vaccini disponibili», ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli.
Da Arcuri intanto arriva la richiesta alle Regioni di una ricognizione sulla logistica per i vaccini anti- Covid. Nel documento dovranno essere indicati anche i vari centri per lo stoccaggio disponibili a livello regionale. Il vaccino infatti richiede di essere conservato a una temperatura da tra i -70 e i -80 gradi, un punto che fin da subito si è rivelato critico, ma non limitante. Il governo infatti prevede che per quando arriveranno tutte le dosi, tutte le varie problematiche saranno risolte. Anche la questione di chi dovrà somministrare il vaccino: i medici dei centri vaccinali saranno i primi ad essere chiamati. Poi si dovrà ampliare la squadra dei vaccinatori con grande probabilità ai medici di famiglia.