Uno studio condotto dall’Istituto nazionale dei tumori di Milano rivela che già nell’estate del 2019 in Italia circolava il coronavirus. A settembre 2019, il 14% del campione di volontari entrati in una ricerca sul cancro al polmone presentava anticorpi per il nuovo coronavirus. In altre parole, il SARS-Cov-2 circolava in Italia già ben prima di febbraio, e probabilmente fin dall’estate 2019.
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Tutto ha avuto inizio dallo screening per il tumore al polmone “Smile”, che ha sottoposto a Tac spirale ai polmoni e alle analisi del sangue ben 959 volontari sani, tra settembre 2019 e marzo 2020. Come riporta il Corriere della Sera, i ricercatori dell’Istituto nazionale dei tumori, insieme ai colleghi delle università di Milano e Siena, hanno fatto il test sierologico a tutti i campioni di sangue conservati. Risultato: su 959 campioni, 111 sono risultati positivi all’immunoglobulina G (16 casi) o all’immunoglobulina M (97 casi). Di questi 111 positivi, 23 risalgono a settembre, 27 ottobre, 26 a novembre, 11 a dicembre, 30 gennaio e 21 febbraio. I positivi provengono da 13 regioni, la metà dalla Lombardia seguita da Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto.
Dei 111 casi, 6 sono risultati positivi anche agli anticorpi neutralizzanti il virus, 4 dei quali già a inizio ottobre. E forse questo dato è il più significativo. Una prevalenza di positivi maggiori del 10%, infatti non sembra accordarsi con i successivi studi sierologici, come quello nazionale Istat-ISS del 2,5% della popolazione. Come spiega Giovanni Apolone: «La prevalenza si riduce quando si guarda ai casi validati del test di neutralizzazione, pari a 6 positivi, di cui 4 in ottobre. Il dato rilevante è questo, non la proporzione di positivi, comunque suggestiva data la corrispondenza con le note prevalenze regionali».
Questi dati confermano i sospetti della circolazione del virus in Italia ben prima del 20 febbraio, probabilmente dall’estate 2019. «Già da novembre del 2019, molti medici di medicina generale hanno iniziato a segnalare la comparsa di gravi sintomi respiratori in persone anziane e fragili con bronchite bilaterale atipica, che è stata attribuita, in assenza di notizie sul nuovo virus, a forme aggressive di influenza stagionale», ricorda lo studio. Un nuovo virus che nessuno aveva considerato fino all’allarme lanciato dalla Cina a fine 2019. Ebbene, ora lo possiamo affermare con più sicurezza: non era influenza, ma le prime avvisaglie di Covid, una nuova malattia di cui non si è accorto nessuno fino al tardivo allarme lanciato dalla Cina a fine dicembre.