Si torna a scuola il 7 gennaio con orari scaglionati in ingresso e in uscita, con annessi prolungamenti pomeridiani, e corsia preferenziale per i tamponi rapidi a docenti e studenti, con in campo anche i militari. Sono questi i capisaldi del documento firmato da governo, regioni, comuni e province. «Ho raccomandato perché ci sia un’apertura differenziata scuola per scuola, paese per paese», ha affermato il premier Giuseppe Conte. Il tutto «nel segno della flessibilità: è l’unica possibilità che abbiamo per evitare criticità che si concentrano anche sui trasporti».
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Anche le scuole superiori dopo mesi di lezioni a distanza ripartiranno il 7 gennaio al 50% di alunni. Una quota che salirà nell’arco di una settimana al 75% (la soglia prevista dal Decreto del presidente del Consiglio del 3 dicembre): incremento che dovrà essere autorizzato però da un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. Rispetto alla proposta originaria del governo, nel testo approvato in conferenza unificata sopravvive la corsia preferenziale per i tamponi rapidi a docenti e studenti. Utilizzando delle unità di pronto intervento rafforzate con personale militare. Niente posticipo delle lezioni fino al 30 giugno. Sopravvivono invece i doppi turni pomeridiani come effetto implicito dell’impegno a scaglionare ingressi e uscite su due fasce, così da evitare il sovraffollamento sui mezzi pubblici.
In tutte le grandi città il piano per la riapertura delle scuole in sicurezza dopo le feste natalizie è ormai pronto o in via di definizione. Ad esempio Milano ha deciso di differenziare gli ingressi degli studenti su due turni (alle 8 e alle 9.30) e di posticipare alle 10.15 l’orario di apertura dei negozi oltre all’istituzione di 60 bus navetta per collegare gli istituti superiori e le stazioni della metro. Più ampia la “forbice” dello scaglionamento che si sta predisponendo a Roma e a Napoli. In entrambi i casi la scelta dovrebbe cadere su un primo turno alle 8 e un secondo alle 10. Con il rischio concreto di arrivare così alle 16 con le ultime uscite. A Napoli i negozi apriranno alle 11, come pure l’ingresso dei lavoratori negli uffici pubblici sarà posticipato alle 11 dove possibile. Orari scaglionati ma niente doppi turni in Emilia Romagna. Grazie a un piano condiviso con scuole e territori, all’interno dei nove tavoli provinciali coordinati dai Prefetti, è previsto l’utilizzo di altri 172 autobus urbani ed extraurbani, per un totale di 522 bus e 10 milioni di chilometri di servizi aggiuntivi.
Almeno per ora la variante inglese non ferma dunque la riapertura delle scuole. Resta il fatto che a pochi giorni dall’avvio delle vaccinazioni in tutta Europa la nuova variante inglese del Sars-CoV-2 continua a suscitare preoccupazioni per le conseguenze che potrebbe avere sull’incidenza dei contagi. Uno degli aspetti che più preoccupa, come ha rilevato l’Oms, è che questo nuovo ceppo «sembra essere più facilmente trasmissibile da giovani e bambini». Un aspetto che, se confermato, accrescerebbe i timori per la riapertura delle scuole a gennaio. I dirigenti scolastici contano sul tempo da qui al 7 gennaio per avere la situazione più chiara dal punto vista sanitario, ovvero capire gli effetti della variante inglese e l’impatto sulla virulenza.