Incassato il via libera del Parlamento, è arrivato l’ok definitivo del Consiglio dei ministri al Recovery plan da 248 miliardi e al decreto legge che istituisce il fondo complementare per le infrastrutture da 30,6 miliardi. L’Italia invierà domani il suo Piano nazionale di ripresa e resilienza all’Ue. Il termine è fissato per il 30 aprile. Una data non perentoria, ma come ha spiegato il premier Mario Draghi sarà conveniente rispettarla, per avere in tempi brevi un primo anticipo sul totale delle risorse europee messe a disposizione per l’Italia.
Portogallo, Germania, Grecia, Francia e Slovacchia hanno già formalmente presentato il loro Piano nazionale di ripresa e resilienza alla Commissione europea. La Commissione, che ha messo al lavoro un centinaio di persone per esaminare tutti i progetti, ha due mesi di tempo per la valutazione. E il Consiglio Ue ha un altro mese per l’approvazione. Ma da più parti arrivano le richieste per accelerare i tempi e ottenere il pre-finanziamento del 13% prima di luglio.
La presidenza portoghese del Consiglio Ue «pianificherà l’approvazione dei primi piani» di Recovery già «nella riunione dell’Ecofin del 18 giugno», ha annunciato Antonio Costa, premier del Portogallo (primo Paese a consegnare formalmente il piano) nonché presidente di turno del Consiglio Ue fino a fine giugno. «Siamo pronti anche a convocare un Ecofin straordinario nell’ultima settimana di giugno per approvare una seconda serie di piani – ha aggiunto Costa – Non possiamo perdere altro tempo, dobbiamo avviare la ripresa».
I congratulate #France, #Germany and #Greece for presenting their recovery and resilience plans. All RRP are the result of a constructive dialogue over the past months with the @EU_Commission, which will now enable a swifter assessment.
— António Costa (@antoniocostapm) April 29, 2021
Gli Stati europei chiedono di far presto. Dall’Italia, il sottosegretario per le politiche europee, Enzo Amendola, si mostra ottimista. «Avremo dalla Ue un anticipo del 13% delle somme prima dell’estate. Ci saranno anticipi da parte delle casse dei singoli Stati, che poi la Ue, due volte l’anno, valutati gli obiettivi e gli investimenti, rimborserà al bilancio dello Stato. Una volta presentato il piano, la Commissione avrà otto settimane, l’Ecofin un altro mese. Io credo che i tempi saranno più celeri, perché la Commissione lavora sui programmi nazionali dal 15 ottobre e gran parte delle carte».