La Nazionale di Mancini è più forte dei 65mila inglesi sugli spalti di Wembley. Dopo 53 anni di logorante attesa l’Italia finalmente torna sul trono d’Europa. Zoff, Riva, Rivera e Mazzola hanno trovato i loro degni eredi in Chiellini, Donnarumma, Immobile. Nella finale di Euro 2020 ha battuto 4 a 3 l’Inghilterra ai calci di rigore dopo il pareggio tra tempi regolamentari e supplementari, finiti 1-1 con gol di Luke Shaw e Leonardo Bonucci.
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La maledizione della finale degli europei in casa colpisce ancora. L’Inghilterra, dopo aver a lungo sognato di sfatare il tabù che dura da 55 anni, torna di nuovo nello sconforto. In effetti è difficile immaginare che gli capiti in fretta l’occasione per tornare ad alzare un trofeo che non vincono ormai da 55 anni. “Football’s coming home’ resterà ancora un sogno. La realtà, come cantavano i tifosi azzurri a Wembley, è che “Football’s coming Rome”.
«Siamo stati bravi. Siamo stati bravi. Abbiamo preso il gol subito, siamo andati in difficoltà ma poi abbiamo dominato la partita. I ragazzi sono stati meravigliosi», ha detto il ct azzurro Roberto Mancini alla Rai dopo il successo di Euro 2020 ai calci di rigore sull’Inghilterra. «È importante per tutta la gente e per tutti i tifosi. Vinto e giocato bene? Siamo contenti di questo», ha aggiunto Mancini.
La partita è iniziata in salita. Dopo nemmeno due minuti, infatti, l’Inghilterra è passata in vantaggio. Il gol è una mazzata. Pian piano gli azzurri riescono a riprendere il controllo della palla, ma il gioco è lento, senza qualità. Poi Mancini cambia tutto nel secondo tempo, inserendo Berardi al posto di Immobile. E la partita svolta. La pareggia Bonucci al 67′ e l’Italia potrebbe anche portarla a casa già al novantesimo grazie a un paio di occasioni, non finalizzate.
Un segnale di unità, lo spirito di questo gruppo. Che in questo Europeo non si è fermato di fronte agli infortuni – prima di Pellegrini, poi di Spinazzola – né si è piegato al gioco della Spagna e nella finale di Londra non si è fatto intimorire di fronte al gol di Shaw dopo neanche 120 secondi. L’ha accusata l’Italia di Mancini, ma ha saputo aspettare e non arretrare. Le truppe azzurre si sono riorganizzate e sono arrivate fino in fondo: segnano Berardi, Bonucci, Bernardeschi. Donnarumma ne prende due e Rashford va sul palo. Un trionfo targato Roberto Mancini. L’Italia è campione d’Europa. L’11 luglio, data già cara agli italiani per il Mundial di Spagna del 1982, si conferma il giorno della vittoria. E il presidente della Repubblica Sergio Mattarella esulta come fece allora Pertini.