Non solo modifiche al reddito di cittadinanza, all’interno della bozza della nuova legge di bilancio non compare alcuna proroga del contratto dei navigator, i tutor che accompagnano i percettori del sussidio occupabili nella ricerca del lavoro. Si parla di ben 2500 professionisti che vedranno il loro contratto scadere alla fine dell’anno e resteranno dunque senza impiego.
Il decreto Sostegni aveva prorogato dal 30 aprile 2021 fino a fine anno gli incarichi di collaborazione conferiti da Anpal Servizi per le misure di politica attiva del lavoro destinate ai percettori del reddito di cittadinanza ma nella bozza della legge di bilancio, al momento, non ci sono i fondi per il rinnovo dei contratti. La bozza della Manovra prevede, invece, che le Agenzie per il lavoro iscritte all’Albo e autorizzate da Anpal «possono svolgere attività di mediazione tra domanda e offerta di lavoro per i beneficiari» del reddito di cittadinanza.
Decade, quindi, di fatto, la figura dei navigator. Oltre a non essere prevista una proroga del contratto, all’interno del testo in esame non si parla neppure di fondi dedicati alla loro funzione. A seguito della decisione dell’esecutivo, i sindacati Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e Uiltemp hanno indetto una protesta in piazza a Roma con i navigator per il prossimo 18 novembre, per chiedere «a tutte le forze politiche di rivedere questa scelta sbagliata, affinché venga trovata una soluzione per dar loro continuità» inserendoli nelle attività previste dal Pnrr,
Ma i navigator sono convinti che il Pd e il M5s presenteranno un emendamento per salvare la categoria: «Il ministero del Lavoro vuole prendersi davvero la responsabilità di lasciare a casa 2500 lavoratori? Lavoratori che hanno sviluppato esperienza e professionalità. Non sarebbe il caso di investire su chi ha già dimostrato di essere capace di sviluppare relazioni significative sia con l’utenza che con le imprese, come certificato ultimamente dalla Corte dei Conti?», ha detto Antonio Lenzi, cofondatore di A.N.NA., Associazione Nazionale Navigator.
I navigator chiedono sostanzialmente di essere sganciati dal reddito di cittadinanza, e di essere inclusi nel programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori. «Siamo laureati, abbiamo ormai 2 anni di lavoro con l’utenza più debole, forse è il caso di ripensare il nostro ruolo, e noi siamo assolutamente favorevoli, perché riteniamo di poter fare il nostro lavoro anche con un’utenza più larga di quella del reddito di cittadinanza». Una delle ipotesi al vaglio è quella che i navigator vengano inclusi all’interno dei centri per l’impiego, non con un vero e proprio assorbimento, ma mantenendo la struttura nazionale. La questione è spinosa, perché le politiche attive, che sono gestite dalle regioni, saranno monitorate dall’Europa, nei prossimi mesi.