Arriveranno presto anche in Italia le pillole anti-Covid. «Probabilmente a gennaio», anticipa Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e consulente del commissario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo. «L’Ema ha dato il via libera, il farmaco della Pfizer sembra molto utile rispetto al monlupiravir», ha aggiunto Rasi.
L’azienda farmaceutica statunitense Pfizer ha confermato l’efficacia del Paxlovid, il suo nuovo farmaco antivirale, annunciando di avere ottenuto risultati molto promettenti e in linea con quelli comunicati il mese scorso. Le pillole prodotte da Pfizer potrebbero essere il primo vero trattamento efficace contro la malattia causata dal coronavirus, insieme al Molnupiravir, farmaco sviluppato dall’azienda farmaceutica Merck e approvato dal Regno Unito, che però di recente ha fatto riscontrare risultati meno incoraggianti rispetto a quelli comunicati in una prima fase di sperimentazione.
Secondo i dati elaborati da Pfizer, se preso entro tre giorni dalla comparsa dei sintomi il Paxlovid riduce il rischio di ricovero e morte dell’89% (rispetto a chi non lo assume e sviluppa forme gravi della malattia). Nel caso in cui venga somministrato a cinque giorni di distanza dai primi sintomi, la riduzione del rischio è più o meno simile, pari all’88%. I risultati sono basati su una sperimentazione che ha coinvolto 2.246 volontari non vaccinati e con caratteristiche tali da essere ad alto rischio di sviluppare forme gravi della malattia. Sempre secondo i dati diffusi da Pfizer, lo 0,7% dei partecipanti che avevano ricevuto il Paxlovid è stato ricoverato a quattro settimane dall’inizio della sperimentazione, mentre non si è registrato nessun decesso. Nel gruppo di volontari che non aveva ricevuto il farmaco, ma una sostanza placebo, la percentuale è stata del 6,5%.
Il Paxlovid è un antivirale che interferisce con i meccanismi utilizzati dal coronavirus per replicarsi all’interno delle cellule delle persone infette. Il trattamento consiste nell’assunzione per cinque giorni di Paxlovid e Ritonavir, un altro farmaco antivirale sviluppato tempo fa contro l’Hiv. L’assunzione di questo secondo medicinale consente al Paxlovid di rimanere attivo più a lungo nell’organismo, portando a migliori risultati.
Oltre ai pazienti ad alto rischio, Pfizer sta svolgendo un test su individui con minori fattori di rischio. I dati preliminari finora comunicati dall’azienda indicano che l’impiego del Paxlovid ha ridotto del 70% il rischio di ricovero e morte rispetto al gruppo di controllo. I test clinici hanno riguardato persone che avevano contratto per lo più la variante Delta del coronavirus, la più diffusa a partire dall’estate in buona parte del mondo. Pfizer ha però anticipato che in alcuni test di laboratorio il nuovo farmaco ha mostrato di poter contrastare anche le forme di Covid-19 causate dalla variante Omicron.