Incremento della flat tax per gli autonomi, finanziamenti alla sanità, ma anche incentivi per chi non va in pensione anticipata e un fondo per la sovranità alimentare. Sono alcune delle misure contenute nella bozza della prima Manovra varata dal governo Meloni: 136 articoli, strutturati in 15 capitoli e 70 pagine. «Sono orgogliosa del lavoro di questo governo e di una manovra scritta in tempi record. Una legge di bilancio coraggiosa e concreta, che bada al sodo e offre una visione sulle priorità economiche», ha scritto sui social la premier Giorgia Meloni.
Orgogliosa del lavoro di questo Governo e di una manovra scritta in tempi record. Una #leggedibilancio coraggiosa e concreta, che bada al sodo e offre una visione sulle priorità economiche. pic.twitter.com/e6J0DwgbgY
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) November 23, 2022
Un testo sul quale si continua a discutere. Un impianto normativo molto lungo e articolato, considerato troppo poco coraggioso da una parte di stampa e analisti ed elogiato, di contro, da altri. Tra le righe non manca anche qualche sorpresa, con un passaggio in particolare che getta più di qualche ombra sulle reali intenzioni dell’esecutivo per quanto riguarda la sanità.
Saranno due i miliardi in più nel 2023 e altrettanti nel 2024 per finanziare la sanità. Tra questi, 1,4 miliardi saranno destinati a fare fronte ai maggiori costi determinati dall’aumento dei prezzi delle fonti energetiche. Non solo. Il governo ha previsto, inoltre, uno stanziamento di 650 milioni, nel 2023, da destinare all’acquisto dei vaccini e dei farmaci anti-Covid.
Il Titolo VI della Legge di Bilancio è infatti tutto concentrato sulla sanità, con passaggi dedicati all’incremento dell’indennità di pronto soccorso o alla remunerazione delle farmacie. Lo sguardo si ferma però inevitabilmente sull’articolo 86 dal titolo “Adeguamento del livello del finanziamento del servizio sanitario nazionale e disposizioni in materia di vaccini e farmaci” diviso in due commi, il secondo tutto dedicato proprio ai vaccini.
Nel testo si prevede un aumento del fondo previsto per l’acquisto di questi farmaci, in un periodo in cui invece pensavamo che l’emergenza fosse ormai alle spalle. Un incremento, nello specifico, di 650 milioni di euro per l’anno 2023 da destinare all’acquisto dei vaccini anti Sars-CoV-2 e dei farmaci per la cura dei pazienti con Covid-19. Vero che il testo non è ancora definitivo e che, una volta in Parlamento, potrà essere emendato. Ma quei 650 milioni di euro da destinare all’acquisto di vaccini anti-Covid fanno temere un triste ritorno al passato.