Tasse non versate durante il Covid alla resa dei conti: l’Agenzia delle Entrate sta inviando una raffica di cartelle a famiglie e imprese per sollecitare chi non è in regola con i versamenti a causa della pandemia, dovuti per l’anno d’imposta 2020 e relativi alla dichiarazione dei redditi 2021. La tregua fiscale è finita. Gli effetti nefasti dei ripetuti e prolungati lockdown decisi dal governo Conte si ripercuotono ancora oggi: quando ha chiuso mezzo Paese Giuseppe Conte, anziché cancellare i pagamenti delle imposte, li ha solo rinviati.
In particolare, sono interessati gli omessi o tardivi versamenti di saldo e acconti di imposte dirette tra i quali Irpef, addizionali comunali e regionali, cedolare secca, imposta sostitutiva forfettaria, nonché Ivie e Ivafe, che sono imposte legate al possesso di un immobile o di un conto corrente all’estero. Se si ottempera al pagamento a seguito di tali comunicazioni di irregolarità, gli avvisi cosiddetti bonari, entro 30 giorni la multa è del 3% altrimenti vi è il 10% di multa aggiuntiva. Oltre al danno la beffa, dunque.
Ma c’era da aspettarselo, peraltro, poiché l’invio di questo profluvio di solleciti dà seguito al calendario sancito di concerto con il ministero dell’Economia e delle finanze già lo scorso anno, nell’ambito dell’“Atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2022-2024” del governo Draghi, che a sua volta ha il fine di incrementare il numero di comunicazioni per combattere le frodi e l’evasione fiscale relative al periodo di pandemia.
Un calendario che Giorgia Meloni ha mantenuto invariato a differenza, ad esempio, delle multe da 100 euro per la mancata vaccinazione, sospese sino al primo luglio 2023. La normale sanzione del 10%, come accennato, è ridotta al 3% se si paga entro un mese, per tornare al 10% dal trentunesimo giorno. È inoltre, contemplata, la possibilità di rateizzare il pagamento, opportunità che presumibilmente verrà richiesta da molte famiglie e imprese, considerando che il periodo successivo, ovvero il 2022 e il primo scorcio del 2023, non hanno certo visto una congiuntura economica migliore, tra tensioni geopolitiche, conseguente innalzamento dei costi delle materie prime e inflazione.
Con l’articolo 1 comma 159 della legge 197 del 2022, dunque, è stato infatti modificato l’articolo 3-bis comma 1 del dlgs 462 del 1997 che disciplina le modalità di dilazione degli avvisi bonari. In sostanza, viene stabilita, anche per le comunicazioni di irregolarità sotto i 5.000 euro, la possibilità di richiedere una dilazione in venti rate rispetto alle otto al massimo altresì previste. Sulle rate successive saranno dovuti gli interessi che «devono essere calcolati rispetto al nuovo importo (ridotto) delle rate residue, applicando il tasso annuo del 3,5%, dal primo giorno del secondo mese successivo a quello di elaborazione della comunicazione fino alla data di versamento di ciascuna rata», comunica l’Agenzia delle Entrate. A patto che la prima rata venga versata entro i 30 giorni dalla ricezione della comunicazione, perché, diversamente, la sanzione debitoria è accresciuta sino al 10% inizialmente previsto. La riduzione delle sanzioni è concessa relativamente alle comunicazioni emesse per i periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019, 2020 e 2021.