A 24 ore dall’annunciata amministrazione straordinaria, è arrivato il decreto del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che nomina il commissario di Acciaierie d’Italia, la società che gestisce gli impianti della ex Ilva (già commissariata) ed è partecipata da Invitalia e dal colosso franco-inglese ArcelorMittal. La scelta del ministero per il commissario straordinario è caduta su Giancarlo Quaranta, una lunga esperienza nel settore siderurgico e già dirigente dell’Ilva.
Il dirigente, subito dopo la diffusione della notizia della nomina, ha condiviso un posto di presentazione su Linkedin: «Quarant’anni di vita condivisi con la comunità siderurgica non sono pochi. La mia avventura nasce con la storica Italsider. 2 gennaio 1984: il mio primo giorno di lavoro in Italsider (stabilimento di Taranto). Con oggi sono trascorsi 40 anni». Pugliese di Nardó, in provincia di Lecce, Quaranta é laureato in Ingegneria elettronica, Automazione ed Ettronica biomedica all’Università di Napoli e il suo primo giorno di lavoro nell’allora Italsider di Stato risale al 1984. «Anni durante i quali ho avuto modo di vivere molteplici esperienze e ricoprire vari ruoli – scrive Quaranta – con crescente responsabilità ed incontrare soprattutto tante persone (imprenditori, dirigenti, dipendenti) che mi hanno permesso di acquisire la conoscenza della gestione della ‘fabbrica che produce l’acciaio’. In 40 anni ho vissuto le molteplici mutazioni gestionali di questa ‘fabbrica’ fino a quella del novembre del 2018, data dalla quale il mio compito si è limitato ai soli interessi di Ilva in AS».
Attualmente Quaranta è direttore della divisione tecnica e operativa di Ilva in amministrazione straordinaria, nonché, da ottobre 2022, presidente di Scaip, il Consorzio Elettrosiderurgici Italiani per il preridotto di ferro, il semiprodotto che serve ad alimentare i forni elettrici. Consorzio del quale fanno parte una dozzina di industriali siderurgici del Nord e che si è candidato ai finanziamenti del bando del ministero dell’Ambiente per costruire a Taranto un secondo impianto di preridotto dopo quello previsto dalla società pubblica Dri d’Italia (partecipata interamente da Invitalia) per Acciaierie. Per quest’investimento, il Consorzio ha anche opzionato un’area di 20 ettari all’interno della Zona economica speciale Ionica, che fa leva sul porto di Taranto. Opzione scaduta a fine 2023, ma rinnovata per altri sei mesi anche perché non é ancora chiara la partita dei fondi pubblici a sostegno del preridotto.
Quaranta, inoltre, ha guidato il team tecnico che, insieme ai commissari dell’amministrazione straordinaria di Ilva, ha ispezionato il siderurgico di Taranto a giugno 2020. E in questa veste, Quaranta è tornato lo scorso 2 febbraio per l’ispezione chiesta dal ministro Urso, che però non si è svolta a causa della mancata collaborazione di Acciaierie che non ha inteso fornire i dati richiesti. Quaranta, infine, insieme ad altri dirigenti dell’ex Ilva, é stato coinvolto, con l’accusa di concorso in omicidio colposo, nella vicenda del piccolo Lorenzo Zaratta, di 5 anni, morto a Taranto per un tumore raro al cervello. Il giudice dell’udienza preliminare, Pompeo Carriere, a luglio 2022 ha però disposto il non luogo a procedere verso gli imputati, affermando che vi era «un’insuperabile situazione di ragionevole dubbio circa l’effettiva sussistenza del nesso causale fra la presunta condotta ascritta agli imputati e il decesso del piccolo Lorenzo». Il pm Mariano Buccoliero aveva invece chiesto il rinvio a giudizio. La decisione del gup è stata in seguito impugnata dallo stesso pm alla Corte d’Appello che ha quindi disposto un nuovo processo, attualmente in corso al Tribunale di Taranto. Ma due degli otto imputati iniziali, e tra i due c’è Quaranta, sono usciti dal processo in quanto all’epoca dei fatti non svolgevano più in fabbrica le funzioni contestate.