Poggioreale ospita 731 detenuti in più della sua capienza. A Rebibbia sono alloggiati oltre 400 prigionieri in più di quelli che l’istituto potrebbe contenere. A Milano Opera lo scarto è di 387. Secondo l’ultimo rapporto dell’Associazione Antigone il numero delle persone detenute in carcere in Italia sta aumentando così velocemente che se proseguirà a questo ritmo il nostro paese tornerà al punto critico di affollamento carcerario toccato qualche anno fa. In maniera piuttosto sorprendente, però, a questo aumento delle persone detenute non corrisponde una crescita degli ingressi in carcere né dei delitti denunciati. Il crescente affollamento delle carceri si spiega infatti con l’aumento della durata media delle pene.
Nelle carceri italiane ci sono oggi ben 8.000 detenuti in più rispetto a quattro anni fa e, con questo trend di crescita, rileva Antigone, nel giro di due anni si tornerà ai numeri del 2013, quando la Corte Europea dei diritti dell’uomo condannò l’Italia per violazione del divieto di trattamenti inumani o degradanti. Questi e altri numeri sono stati raccolti nel XV rapporto sulle condizioni della detenzione (“Il carcere secondo la costituzione”) dall’Associazione Antigone, una delle più importanti organizzazioni che si occupano della difesa dei diritti dei carcerati: ogni anno pubblica un rapporto sulle condizioni del sistema carcerario italiano, sfruttando l’analisi di dati forniti dai ministeri della Giustizia e dell’Interno e conducendo analisi e ispezioni.
I dati pubblicati nell’ultimo rapporto sono aggiornati al 30 aprile, quando in carcere in Italia c’erano 60.439 persone, di cui 2.659 donne (il 4,4% del totale), 55 i bambini di età inferiore a 3 anni che vivono con le loro 51 madri detenute. Il tasso di sovraffollamento (il rapporto tra presenze e posti letto) sfiora il 120%, e in 42 istituti (uno su cinque) il 150%. Nel 2018 i volontari dell’associazione hanno visitato 85 carceri ed è risultato che nel 18,8% dei casi vi sono celle deve non è rispetto il parametro dei 3 metri quadro di spazio per detenuto, soglia considerata dalla Corte di Strasburgo minima e al di sotto della quale è estremo il rischio di trattamento inumano o degradante.
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L’aumento dei detenuti è in controtendenza rispetto alla generale diminuzione dei reati negli ultimi anni «In modo schizofrenico la crescita dei detenuti presenti negli istituti di pena italiani – scrive Antigone – corrisponde ad una diminuzione costante dei reati denunciati all’autorità giudiziaria e del numero degli ingressi in carcere dalla libertà». Rispetto a dieci anni fa, per esempio, il numero degli ingressi in carcere si è dimezzato; ma la diminuzione nel numero di reati si può misurare anche nel breve termine. Nel 2017, per esempio, il calo dei delitti è stato di quasi il 2,5%, nel 2018 è arrivato vicino al 10%e, secondo i primi dati provvisori presentati dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, nei primi quattro mesi del 2019 stiamo assistendo a una diminuzione di un ulteriore 15%. Se il numero di carcerati non è causato da un aumento degli arresti (perché aumentano i reati, o perché la polizia diviene più efficiente), rimane un’unica possibilità, secondo Antigone: il numero di carcerati aumenta semplicemente perché a parità di reati i giudici assegnano pene più lunghe.
E sono tanti i detenuti in attesa di sentenza: al 31 dicembre 2018, 19.565 detenuti, in pratica uno su tre (il 32,8% del totale) erano in carcere in attesa di condanna definitiva e questo dato sale 38% se si guarda ai soli detenuti stranieri. La percentuale di detenuti senza condanna è di dieci punti in più della media europea (del 23%). Il Rapporto afferma anche che non esiste un allarme stranieri detenuti: negli ultimi dieci anni sono diminuiti di oltre mille unità e, nel 2018, è calata leggermente la loro percentuale sul totale dei ristretti. Erano il 34,27% al 31 dicembre 2017, 33,9% al 31 dicembre 2018 e sono attualmente il 33,6%. Se nel 2003 su ogni cento stranieri residenti regolarmente in Italia l’1,16% degli stessi finiva in carcere, oggi la percentuale è scesa allo 0,36% (considerando anche gli irregolari). Dunque, l’affollamento delle carceri nell’ultimo anno è principalmente dovuto agli italiani. In aumento suicidi in cella, 67 nel 2018 un tasso di 11,4 suicidi ogni 10 mila detenuti. Gli atti di autolesionismo nel 2018 sono stati 10.368, quasi mille in più dell’anno precedente.