Sandro Pappalardo, ufficiale dei carabinieri e vicepresidente del Cocer (ordine di rappresentanza dell’esercito italiano), esponente di Fdi, è la nomina più sorprendente e più emblematica della nuova Giunta regionale siciliana. È il segnale immediato che Nello Musumeci vuole dare ai cosiddetti impresentabili che già si prodigano per minare il campo politico attorno alla sua presidenza. Il Governatore vuole affidarsi a uomini dello Stato e figure in grado di garantire legalità e senso delle Istituzioni per provare a spegnere il soffio pressante dei volti discutibili che hanno riempito alcune delle liste del centrodestra alle recenti Regionali.
UNA NOMINA DI GARANZIA. Il biancavillesse Pappalardo, tenente colonnello, è portavoce della Sicilia orientale di Fratelli d’Italia An, è già stato candidato al Senato ed al Parlamento europeo negli anni scorsi. La sua indicazione in quota Fdl è il risultato di una scelta che ha inteso privilegiare in squadra un esponente della provincia di Catania, dove si erano riportati più voti di lista delle altre province alle regionali ma è ancor prima frutto della volontà di Musumeci di attorniarsi di gente di cui si possa fidare. Pappalardo è uno che ha carattere e determinazione, ha il senso delle Istituzioni per affrontare la sfida col piglio giusto in un contesto dove l’agire con trasparenza al cospetto delle intemperie politiche rappresentano l’humus della mission politica. Pappalardo ha preso parte a missioni di pace all’estero, è stato in Afghanistan e in Libano.
IL LEGAME CON LA SUA TERRA. «Sono un terremotato del Friuli del 1976, casa distrutta, subito dopo papà morto, e ci siamo letteralmente rifugiati in questa terra – racconta lui -. Siamo approdati in provincia di Catania e, onestamente, non potrò mai dimenticare come questo paese, questa fantastica cittadinanza, ci hanno accolto a braccia aperte. Sono stato lontano dalla Sicilia per 27 anni, ma in cuor mio non ho mai voluto tagliare i legami con questo territorio, dove tra l’altro risiede tutta la mia famiglia d’origine. Pian piano ho sempre avuto il sogno di poter restituire qualche cosa a questa terra, che mi ha aperto le braccia, mi ha cresciuto, mi ha istruito, mi ha dato veramente tutto. Questo è il motivo per cui, con grande piacere, ho scelto la Sicilia. La vita e il Signore mi hanno dato questa possibilità e l’ho colta». Adesso Pappalardo ha la grande chance politica ed amministrativa di guidare uno degli assessorati di maggior peso della Giunta regionale.
LA SCOMMESSA DELLA DELEGA. Inevitabile che qualcuno si chieda: ma un carabiniere cosa c’entra con la delega al Turismo? Sarebbe semplice dire che in effetti sono due mondi distinti e distanti sul piano teorico e forse anche dei contenuti, ma in fondo tanti politici e altrettanti esperti o presunti tali di politiche del turismo hanno puntualmente fallito in quell’assessorato. E al Turismo, come pure in altre deleghe, non servono scienziati ma uomini con la schiena dritta e di buona volontà, che abbiano voglia di fare e che garantiscano nel proprio operato linearità e rispetto della legge. I fatti saranno arbitro di tutto, come sempre e per chiunque ma Pappalardo è la scommessa di Musumeci in un settore strategico dove il presidente ha voluto posizionare un “non politico” in grado di fronteggiare le incursioni degli impresentabili e che evidentemente non si farà imbrigliare dai lacci della politica.