Oltre 22 miliardi di totale passivo, con 13 miliardi di debiti consolidati. Sono i numeri da brivido che sta affrontando la sindaca di Roma, Virginia Raggi nell’ingestibile situazione politica e finanziaria della prima città italiana. Aprire un tavolo interistituzionale tra governo e Roma capitale con compiti di verifica ed eventuale integrazione del debito pregresso del Campidoglio, è la mossa che ha deciso di portare avanti la Raggi per tentare di dare una sterzata a un quadro che definire drammatico è un eufemismo e nel quale non basterebbero nemmeno due o tre legislature di “buona amministrazione” forse per rimediare ai danni ciclopici della storia recente (e non) romana.
LA STRATEGIA. L’obiettivo della Raggi è quello di conseguire la chiusura della Gestione commissariale del debito entro il 31 dicembre 2018, convincendo Gentiloni ad individuare nel sindaco di Roma la figura del commissario straordinario di governo per la gestione del piano di rientro dell’indebitamento stesso, con facoltà di proporre dei sub-commissari.I malpensanti sostengono che la strategia sia “figlia” di colloqui tra la Raggi e Beppe Grillo ma lei replica che invece è tutta “farina (politica) del proprio sacco”. Ora si attende la risposta di Palazzo Chigi alle richieste contenute nella lettera siglata dalla sindaca di Roma e dall’assessore capitolino al Bilancio Gianni Lemmetti, inviata nelle scorse ore al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan e al ministro dell’Interno Marco Minniti.
GLI EFFETTI DEL SÌ O NO. Il tavolo inter-istituzionale avrebbe il compito, in sostanza, di effettuare una ricognizione della massa passiva e fissare le regole per l’imputazione dei debiti alla gestione straordinaria o a quella ordinaria di bilancio. E qui qualcuno del centrosinistra e del centrodestra ipotizza persino che possa diventare una manovra elettorale dei grillini per evidenziare malgestioni dei precedenti governi politici della città, quindi occorrerà vedere la risposta di Gentiloni quale sarà. Se dovesse arrivare il placet a svolgere la funzione di commissario, il sindaco potrebbe procedere, già entro la fine del 2017, alla rinegoziazione di una parte dei mutui di competenza della gestione commissariale. Una prospettiva che avrebbe l’effetto di produrre, a quanto pare, sensibili risparmi per i cittadini romani e italiani che attualmente pagano, con le loro tasse, il piano di rientro del debito. La parola ora passa a Gentiloni e la decisione è attesa già ad inizio 2018, anche perché ormai il clima politico è quello da piena campagna elettorale e le Camere stanno per essere sciolte.