Antichissime abitazioni scavate nel tufo. Una profonda vallata attraversata da un torrente. Un fitto reticolo di vicoli, e l’impressione di passeggiare in un presepe di cartapesta. Matera, città della Basilicata, Capitale Europea della Cultura 2019, si classifica al terzo posto nella classifica del New York Times dei 52 luoghi da vedere in tutto il mondo nel 2018. E dopo la città di New Orleans e lo Stato della Colombia, compare la Basilicata, mentre le altre due mete italiane che rientrano nei “Places to go 2018” sono l’Emilia Romagna, al 40esimo posto, e l’Alto Adige, al 50esimo.
IL TERZO POSTO. «Miniere, spiagge e altro nella regione segreta del Sud Italia» si legge nella classifica realizzata in base alle indicazioni dei corrispondenti che l’autorevole quotidiano statunitense ha in tutto il mondo. L’articolo del New York Times continua con un elenco di cose da fare e posti in cui fermarsi: «Questa è un’opportunità di visitare la regione del Sud Italia prima che il mondo la scopra». Un luogo pieno di «belle spiagge, paesi antichi e senza crimine organizzato». Tra cui spicca Matera, la città dei sassi, sito Unesco, che «nel 2019 – scrive il quotidiano newyorkese – sarà la Capitale europea della Cultura». In classifica rientrano anche altre due località italiane. Al quarantesimo posto compare l’Emilia Romagana esaltata per il cibo e le eccellenze culinarie, e al cinquantesimo posto il Sudtirol, apprezzato per le sue montagne e centri termali.
CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019. Un omaggio alla città lucana che tra pochi giorni darà il via al conto alla rovescia verso l’evento di Matera 2019 Capitale europea della Cultura. Venerdì prossimo, cioè un anno prima della cerimonia inaugurale del 19 gennaio 2019, la Fondazione Matera Basilicata 2019 avvierà il countdown con la festa collettiva del «Meno uno». Per l’occasione, tutti gli abitanti di Matera e della regione Basilicata, insieme ai visitatori, saranno chiamati a unirsi al cantiere culturale collaborando alla costruzione di un’enorme architettura in cartone, che allude in modo simbolico alla tradizione della città dei Sassi, ideata dall’artista visivo Olivier Grossetête, che ha lavorato con altre Capitali europee della cultura e Festival europei.