Correva il 1982 e il mondo si preparava a dare l’addio al vinile: usciva “The visitors” degli svedesi Abba, era il primo compact disc. Più duttile, meno fragile, più preciso, meno ingombrante – veniva pubblicizzato – rispetto al long playing, il disco nero in vinile. E fu un successo: più di 200 miliardi di pezzi venduti in 25 anni. Il vecchio 33 giri finì come la vecchia Topolino nello scantinato. Poi la nuova svolta tecnologica. L’avvento di internet, la possibilità di condividere o “scaricare” musica prima con il computer, poi con l’iPod e lo smartphone. L’industria discografica è messa in ginocchio: i cd cominciano a vendersi sempre di meno, la musica spesso viaggia gratis on line. A farne le spese i negozi di dischi che per quarant’anni erano stati le piazzette del villaggio della musica. «I negozi di dischi non ti salvano la vita, ma possono renderla migliore», scriveva Nick Hornby. Citazione adottata dagli organizzatori del Record Store Day, la giornata mondiale dedicata ai negozi di dischi che da undici anni si celebra il terzo sabato di aprile, che questa volta cade il 21.
LA GIORNATA DELL’ORGOGLIO DEI NEGOZI DI DISCHI. Nato nel 2008 negli Stati Uniti da un’idea di Chris Brown del negozio Bull Moose di Portland nel Maine, il Record Store Day è diventato un “cult” in tutto il mondo: una sorta di giornata dell’orgoglio per i negozi di dischi indipendenti, luoghi in cui per decenni si è tramandata e diffusa la passione per il rock, il jazz, il pop e le sottoculture giovanili e che, con l’avvento del file sharing, hanno cominciato a sparire uno dopo l’altro. A salvarli è stato proprio il vecchio vinile. «Alcuni anni fa anch’io, come tutti, pensavo di chiudere – confessa Piero Toscano di Rock 86, uno dei pochi negozi di dischi sopravvissuti a Catania – poi ho ritrasformato il negozio puntando sul vinile, che mi permette di continuare a stare aperto». Via i pratici, ma freddi, cd, gli scaffali sono tornati a riempirsi degli ingombranti 33 giri. «Sono più pesanti e danno maggiore profondità di suono. All’ascolto risultano più caldi», spiega un cliente cinquantenne. Inizialmente la clientela era adulta e poteva spendere qualche euro in più per rarità e curiosità, adesso l’età media si sta abbassando. «I ragazzi si stanno cominciando a vedere anche qui» continua Piero Toscano. «Dal 2016 si registra un incremento: si ristampa tutto, le novità sono sempre anche in vinile ed aumentano i consumatori. Certo il pubblico adulto resta maggioritario, anche perché il vinile ha un costo elevato, tra 25-30 euro, rispetto al digitale, però si affacciano i giovani che magari scoprono in garage il vecchio stereo del papà e vengono a cercare ellepì, puntine, cinghie per i giradischi. Anche perché si stanno accorgendo che con il liquido in fondo nelle mani non rimane nulla. Si cerca l’oggetto, si riscopre la copertina, un modo nuovo di ascoltare un disco intero. Tra l’altro oggi le edizioni sono sempre più belle».
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IL VINILE SORPASSA IL DOWLOAD. Segnali positivi confermati dal recente rapporto della Recording industry association of America (Riaa), che ha registrato l’anno scorso il sorpasso dei dischi in formato fisico sui download digitali. Non succedeva da anni, cioè da quando iTunes & company sono diventati il mercato d’elezione per l’acquisto di musica. Certo, si tratta ancora di un sorpasso di piccole proporzioni, pari al 2% di differenza tra le vendite in formato fisico e quelle in formato digitale, rispettivamente del 17% e del 15%. Per di più, i dati timidamente positivi non vanno interpretati come prova di un aumento delle vendite fisiche, calate comunque del 4%, ma piuttosto lette in relazione agli altri formati: i download sono diminuiti del 25%, mentre le vendite dei vinili sono aumentate del 10%. Quello che emerge è che le vendite di dischi in formato fisico hanno avuto nel 2017 un tasso di declino inferiore rispetto agli ultimi anni. Per quel che riguarda il mercato musicale, lo streaming rimane il formato preferito per il 65% degli ascoltatori. Un fenomeno analogo si osserva nel Regno Unito da un paio d’anni: nel 2016 la vendita dei vinili aveva superato quella dei dischi digitali, con un trend positivo che è continuato anche l’anno seguente, con gli album di Ed Sheeran e Liam Gallagher in cima alla lista degli ellepì più venduti. Ancora poco per parlare di un’inversione di tendenza nell’acquisto dei dischi, ma forse i dati di RIAA e quelli europei potrebbero essere i primi segnali di un futuro cambiamento.
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E IL 33GIRI DIVENTA UN AFFARE. L’affare è stato immediatamente intercettato dall’industria discografica. «Oggi viene ristampato tutto in vinile – spiega Toscano – solo una metà dei dischi sono novità, il resto sono vecchie cose di Elvis Presley, Pink Floyd, U2, Springsteen, Genesis, Led Zeppelin». «Il Record Store Day è imperdibile», basta dare una veloce alla lista degli album in uscita per l’occasione sul sito www.recordstoreday.it. Centinaia le pubblicazioni annunciate: dai leggendari Led Zeppelin arriva un 45 giri giallo con due versioni inedite di “Rock’n’Roll” e “Friends”. Quattro i titoli di David Bowie: il triplo “Welcome To The Black Out (Live London ’78)” registrato dal vivo da Tony Visconti, “Bowie Now” disponibile in copia promozionale nel ’77 solo negli Stati Uniti, il singolo “Let’s Dance (Demo)” pubblicato in digitale lo scorso gennaio e infine “David Bowie”, l’omonimo disco di debutto adesso pubblicato in vinile blu e rosso, un lato in mono e l’altro stereo. Van Morrison anticipa l’uscita del nuovo disco “You’re Driving Me Crazy” con “Close Enough For Jazz / The Things I Used To Do” composto insieme a Joey DeFrancesco, due gli inediti di Ryuichi Sakamoto presenti in “ff2”, la Detroit Edition del primo degli Stooges è curata da Jack White e Ben Blackwell della Third Man. “The Weight Of History / Only Once Away My Son” del duo Brian Eno & Kevin Shields segna l’ennesimo incontro tra l’ambient music e l’alt-rock del chitarrista dei My Bloody Valentine, mentre i Cure pubblicano un doppio picture disc di “Mixed Up” e la sua versione extra, “Torn Down: Mixed Up Extras 2018” con sedici remix inediti curati da Robert Smith. Faranno il loro esordio in vinile “Animal Serenade” di Lou Reed, “A-Sides” dei Soundgarden e “Live at Sin-é” di Jeff Buckley. Anche per quanto riguarda gli artisti italiani ci sono interessantissime release: si va da “Trenodia/I Discorsi” di Mina, un singolo della fine del ’67 e ritirato dai negozi all’inizio del ’68, ad alcune registrazioni di “Carlo Martello e altre storie” di Fabrizio De André, risalenti al suo periodo con la Karim, da Pino Daniele con “Tracks”, un vinile estratto da un progetto più ampio di prossima pubblicazione curato dalla Pino Daniele Trust Onlus dal titolo “Quando”, alla ristampa in vinile oro dell’album di debutto degli Stella Maris e una versione 45 giri di “Celluloide/Del Mondo” dei C.S.I., passando per Enzo Jannacci (“Gheru Gheru” e “Ja Ga Brothers”), Antonello Venditti (“Sotto il segno dei pesci/Sara” per celebrarne il quarantennale) e Timoria (“Senza vento/Sangue impazzito”, che festeggia invece i venticinque anni).