Ottantaquattro giorni di trattative e nulla di fatto. Il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, ha sciolto la riserva e ha rimesso il mandato al termine del colloquio, durato circa un’ora, con il presidente della Repubblica Mattarella. È naufragato così il tentativo di formare un governo. È Savona lo scoglio sul quale si è incagliata la nave sulla quale erano saliti Lega e Movimento Cinque Stelle. «Ho profuso il massimo sforzo – ha detto Conte – massima attenzione per adempiere a questo compito in un clima di piena collaborazione con gli esponenti delle forze politiche che mi hanno designato». Si è aperta una delle crisi istituzionali forse tra le più gravi mai vissute dalla nostra Repubblica con Mattarella minacciato di impeachment che convoca in extremis Carlo Cottarelli, commissario alla spending review, per domani mattina.
LE PAROLE DI MATTARELLA. Il presidente Mattarella parla, dopo aver accolto il passo indietro di Conte: «Ho agevolato in ogni modo il tentativo di Lega e M5S di formare un governo, ho atteso la formazione di un programma, ho superato ogni perplessità sulla circostanza che un governo politico fosse guidato da un esponente non eletto in Parlamento. Nessuno può sostenere che io abbia ostacolato la formazione del governo che viene definito del cambiamento». E prosegue: «Il presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia che non può subire imposizioni. Ho accettato tutte le proposte tranne quella del ministro dell’Economia. Dai partiti ho registrato indisponibilità a ogni soluzione».
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IL NODO SAVONA. È stata la candidatura di Savona al Ministero dell’Economia a far saltare il banco. Le posizioni scettiche su euro e Unione Europea e gli «irrigidimenti dei partiti» sono state decisive nella scelta del presidente della Repubblica. «L’impennata dello spread aumenta il nostro debito pubblico e riduce le possibilità di spesa dello stato – ha spiegato Mattarella – Le perdite in borsa bruciano risorse e risparmi e configurano rischi concreti per i risparmi delle famiglie italiane».
LE REAZIONI. Di Maio e Salvini hanno visto il presidente Sergio Mattarella per cercare di sbloccare in extremis lo stallo sul governo giallo-verde, ma l’operazione è fallita. «Abbiamo lavorato per settimane, giorno e notte, per far nascere un governo che difendesse gli interessi dei cittadini italiani. Ma ci ha detto no», scrive Matteo Salvini su Twitter. «Scelta di Mattarella incomprensibile, c’è un problema di democrazia», insiste Luigi Di Maio su Facebook. Pesanti le accuse di Giorgia Meloni: «Impeachment se vero il veto su Savona». «Nervi saldi e solidarietà al Presidente Mattarella. Ora dobbiamo salvare il nostro grande Paese» sostiene il premier uscente Paolo Gentiloni.