Nessun commento ufficiale di Carlo Cottarelli ma chi l’ha sentito racconta che la telefonata del Colle ha colto di sorpresa l’ex commissario alla revisione della spesa pubblica, che si prepara a raggiungere Roma per l’appuntamento con il presidente della Repubblica Mattarella. «Giusto il tempo – ha scherzato con chi gli ha parlato – di finire di correggere i compiti dei miei studenti». Visiting Professor presso l’Università Bocconi di Milano, l’economista di Cremona è ricordato per l’incarico di commissario straordinario alla spending review che ha svolto durante il governo Letta. Adesso per Cottarelli potrebbe profilarsi un incarico per un governo del presidente che se dovesse essere bocciato dal Parlamento, porterebbe il Paese a nuove elezioni.
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LA CARRIERA. Cottarelli muove i primi passi nel servizio studi della Banca d’Italia, dove arriva nel 1981 con una laurea in Scienze economiche e bancarie e un master presso la London School of Economics. Ma il grande passo avviene oltreoceano quando nel 1988, dopo un anno passato all’Eni, diventa il direttore degli Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale. A Washington Cottarelli lavora per venticinque anni, ricoprendo numerosi incarichi di livello come capo della delegazione del Fondo Monetario Internazionale in paesi come Ungheria, Turchia, Regno Unito e anche Italia.
MR. FORBICI. Viene richiamato in Italia da Enrico Letta per ricoprire il delicato incarico di Commissario straordinario della Revisione della Spesa Pubblica. La famosa spending review di Cottarelli che gli farà guadagnare il soprannome di Mister Forbici. Un incarico che svolge per circa un anno, quando il subentrante premier Matteo Renzi lo riassegna al Fondo Monetario Internazionale come Direttore Esecutivo nel Board. Pensionato all’età di 60 anni del Fmi, dall’ottobre 2017 è il Direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano.
LA SUA POSIZIONE SULL’EURO. Proprio partendo dalle rilevazioni del suo Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, ha affermato più volte che, nonostante i miglioramenti di questi anni, l’Italia avrebbe dovuto combattere con un aumento del debito pubblico. E a poco sarebbero alla crescita economica serviti gli effetti di Flat Tax o mini bond. Anche Cottarelli però non può essere annoverato tra gli acritici difensori dell’attuale unione monetaria: «Per me è un errore uscire dall’euro – aveva detto in una intervista dello scorso febbraio – Ma dobbiamo dire che se abbiamo smesso di crescere negli ultimi vent’anni è anche colpa dell’euro. Uscire dell’euro sarebbe un salto nel buio da evitare in ogni modo. Però non possiamo negare che la nostra economia non si sia adeguata alle regole economiche di un’area monetaria unica».