Chi arriva in Italia, arriva in Europa. Questo il principio generale sancito dal documento conclusivo del Consiglio europeo, adottato all’unanimità all’alba dai capi di Stato e di governo dell’Ue. «I 28 leader hanno trovato un accordo sulle conclusioni del consiglio europeo, inclusa l’immigrazione», scrive su Twitter il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk dopo una maratona durata 13 ore e mezzo tra liti e bozze d’intesa strappate e ricucite in continuazione a Bruxelles. Un documento elaborato sotto la regia italo-che apre ad un accordo sui migranti fondato sula creazione di “centri chiusi” su base volontaria nei quali distribuire i profughi che arrivano in Europa. «Da questo Consiglio esce una Europa più responsabile e solidale, l’Italia non è più sola», ha detto il premier Giuseppe Conte.
EU28 leaders have agreed on #euco conclusions incl. migration.
— Charles Michel (@eucopresident) June 29, 2018
IL DOCUMENTO. I leader europei sono «determinati a continuare e rafforzare» l’azione «per prevenire un ritorno ai flussi incontrollati del 2015 e ridurre ulteriormente la migrazione illegale su tutte le rotte esistenti e nuove». Il documento in 12 punti introduce diverse novità: «Tutte le navi che operano nel Mediterraneo devono rispettare le leggi applicabili e non ostruire le operazioni della Guardia costiera libica». Come chiesto dall’Italia, le conclusioni del vertice di Bruxelles evocano la necessità «di un nuovo approccio fondato su azioni condivise o complementari tra gli Stati membri per gli sbarchi di chi è salvato nelle operazioni di ricerca e soccorso» in mare. In questo contesto, i leader chiedono alla Commissione di «esplorare rapidamente il concetto di piattaforme regionali di sbarco» nei paesi terzi che dovrebbero «operare distinguendo le situazioni individuali dei migranti, nel pieno rispetto del diritto internazionale e senza creare un fattore calamita». Le conclusioni del vertice prevedono che «sul territorio dell’Ue chi viene salvato secondo il diritto internazionale debba essere preso in carico sulla base di uno sforzo condiviso, attraverso il trasferimento in centri controllati istituiti in alcuni Stati membri, solo su base volontaria».
LE REAZIONI. «È passato un nuovo approccio sui salvataggi in mare: d’ora in poi si prevedono azioni coordinate tra gli stati membri», ha affermato Conte. Nel documento approvato dall’Ue, spiega il premier italiano è affermato il principio che «chi arriva in Italia arriva in Europa e tutte le navi che arrivano nel Mediterraneo devono rispettare le legge quindi anche le Ong e non devono interferire con la guardia costiera libica» aggiungendo che «si afferma chiaramente la necessità di riformare Dublino, anche tenendo conto delle persone che vengono soccorse in mare». E sulla eventualità che l’Italia realizzi sul suo territorio dei centri di accoglienza per i migranti su base volontaria previsti dall’accordo raggiunto al Consiglio Ue, il capo del governo prende tempo: «È una decisione che ci riserveremo di prendere, è una decisione collegiale ma non siamo invitati a farlo». Anche il presidente francese Emmanuel Macron può tirare un sospiro di sollievo: «L’Europa vivrà ancora per lungo tempo la sfida della migrazione, dobbiamo fare fronte a questa sfida restando fedeli ai nostri valori. Oggi è una tappa importante perché siamo riusciti a ottenere una soluzione europea e un lavoro di cooperazione. Molti predicevano un mancato accordo o il trionfo di soluzioni nazionali, ma abbiamo trovato soluzioni europee». La cancelliera tedesca Angela Merkel smorza gli entusiasmi: «Dopo un’intensa discussione sul tema più difficile per l’Unione europea, cioè le migrazioni, il fatto di aver concordato un testo comune è un buon segnale, ma abbiamo ancora molto lavoro da fare per superare le divisioni».
COOPERAZIONE. L’accordo arriva al termine di un braccio di ferro durato un giorno intero. E dopo che Conte aveva minacciato di mettere il veto per bloccare le conclusioni del vertice europeo, senza una azione condivisa sugli sbarchi. La riserva posta dal premier ha avuto come primo effetto quello di far saltare la conferenza stampa del presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, e del presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, che a fine giornata avrebbero dovuto annunciare i primi risultati della riunione. Poi l’incontro tra Conte e Macron e l’intesa sui “centri volontari” per l’accoglienza dei migranti da insediare in diversi Paesi europei, non solo in Italia quindi, e sulla responsabilità condivisa degli sbarchi. Rientrati anche i veti del club di Visegrad, di quei Paesi dell’Est restii a ogni possibile solidarietà sul tema dell’immigrazione e a gestire in modo più collegiale l’emergenza. «Siamo molto compiaciuti- ha detto il premier polacco Mateusz Morawiecki – ha prevalso il carattere volontario nel documento delle conclusioni finali relativo al capitolo migranti». I leader hanno, inoltre, concordato di rifinanziare il fondo fiduciario per l’Africa e di sbloccare la seconda tranche di aiuti per la Turchia.