«Euroskeptic, no vax, anti-gay, pro-Russia». Così i giornali stranieri definiscono il nuovo presidente della Rai, Marcello Foa. La commissione parlamentare di Vigilanza, alla seconda votazione, ha dato parere favorevole alla nomina dell’ex inviato de “Il Giornale” con 27 voti favorevoli, 3 contrari, una scheda nulla e una bianca. Una nomina che arriva dopo 61 giorni d’impasse e dopo la ritrovata intesa all’interno del centrodestra. Ma dopo le polemiche interne, la scelta di Foa non viene salutata positivamente dalla stampa estera. «Il giornalista di fake news presidente all’emittente televisiva statale italiana» titola “The Guardian” per poi svelare già nel sottotitolo la linea dell’articolo: «La nomina di Marcello Foa a presidente della Rai fa temere la libertà di stampa».
IL RITRATTO DI FOA SUL GUARDIAN. «Marcello Foa, giornalista euroscettico che ha spesso condiviso storie che si sono rivelate false, è stato nominato presidente della Rai, in una mossa che ha sollevato timori per l’autonomia dell’emittente televisiva italiana» scrive il quotidiano britannico ricordando le preoccupazioni dei sindacati dei giornalisti che avevano invitato «la Commissione a condurre una valutazione approfondita per garantire la legittimità del candidato». E continua: «L’incarico di Foa potrebbe indurre i giornalisti della Rai a dimettersi in segno di protesta perché temono la perdita della libertà». Le fake news condivise da Foa e riportate dal “The Guardian” riguardano una la campagna elettorale presidenziale degli Stati Uniti, quando Hillary Clinton venne accusata di partecipare a cene sataniche, e l’altra un presunto piano per rovesciare Donald Trump. «Ha anche detto – continua il quotidiano britannico – che essere gay è anormale e che somministrare i vaccini potrebbe provocare uno shock nel bambino. Ha espresso ammirazione per Steve Bannon e Vladimir Putin, e in passato ha collaborato con le agenzie di stampa russe finanziate dallo stato». Si parla poi dell’appoggio dato da Berlusconi e dai suoi dopo i summit con Salvini. Il sì di Berlusconi sarebbe arrivato, secondo il giornale britannico, dopo aver avuto la garanzia che il Governo non interferirà coi suoi interessi commerciali, inclusa Mediaset ovviamente.
LA NOMINA DI FOA SECONDO IL NYT. «I critici di Foa lo definisco un nazionalista pro-russo, anti-euro, che ha promosso un programma di estrema destra nella sua carriera giornalistica». Il New York Times riporta una notizia d’agenzia: «Un giornalista euroscettico è stato nominato presidente dell’emittente nazionale Rai in una mossa volta a rafforzare la presa del governo populista sul più grande gruppo televisivo del paese». Il giornale newyorkese si sofferma poi sull’elezione: «Marcello Foa, che è stato nominato dal movimento anti-establishment a Cinque stelle e dalla Lega di estrema destra, ha ottenuto la necessaria maggioranza dei due terzi del sostegno nella commissione parlamentare che sovrintende alla Rai. La sua nomina è stata trattenuta per settimane dopo che il magnate dei media Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, partito di centro-destra, si era alleato con l’opposizione di centro-sinistra per opporsi alla sua candidatura».
COSA DICE IL TIMES DEL NUOVO PRESIDENTE RAI. «Ieri il governo ha ottenuto l’approvazione parlamentare per nominare il giornalista Marcello Foa presidente della Rai, l’emittente statale, dove si prevede sostenga le politiche dell’amministrazione populista», ha scritto “The Times” in un articolo sulla linea tenuta dal M5s contro i media ostili. Il reportage del corrispondente da Roma, Tom Kington, registra gli ultimi episodi della montante ostilità tra il M5s e la stampa italiana: dal procedimento disciplinare aperto dell’ordine dei giornalisti della Lombardia contro Rocco Casalino alla minaccia di Di Maio di abolire l’Albo professionale. E in questo quadro commenta la nomina alla presidenza della Rai di un giornalista noto per aver diffuso in passato fake news e per le sue posizioni «anti-euro, anti-gay, anti-immigrati, anti-vaccini e pro-Russia» che alimentano ulteriormente i timori sull’indipendenza della televisione pubblica italiana.