I leader del G20, riuniti a Buenos Aires, hanno trovato l’accordo nel comunicato finale su commercio, migranti e clima. Quest’ultimo punto, come era prevedibile, non è stato però condiviso dagli Usa che, anzi, confermano la loro decisione di ritirarsi dall’accordo di Parigi. Il G20 vede favorevolmente «la forte crescita economica globale, anche se sempre meno equilibrata tra i paesi» ma sottolinea come «alcuni dei principali rischi, tra cui le vulnerabilità finanziarie, si sono in parte materializzati», si legge nel comunicato. «Riaffermiamo il nostro impegno a utilizzare tutti gli strumenti politici per una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva e per salvaguardare i rischi di ribasso, intensificando il dialogo e le azioni per rafforzare la fiducia».
NO DEGLI USA SUL CLIMA. Anche il presidente Usa, Donald Trump, ha firmato il documento finale di 31 punti pur mantenendo una posizione speciale sull’ art. 21 dedicato al clima e confermando che Washington resterà fuori dagli accordi di Parigi. Nella dichiarazione finale si legge infatti che i Paesi firmatari dell’accordo di Parigi, tranne gli Usa, confermano come l’intesa sia «irreversibile» e come gli impegni previsti debbano essere “pienamente attuati” pur rispettando le differenze esistenti da Stato a Stato. Nel comunicato finale si legge, quindi, che «gli Stati Uniti hanno ribadito la loro decisione di ritirarsi dall’accordo di Parigi e hanno affermato il loro forte impegno per la crescita economica e l’accesso e la sicurezza energetica, utilizzando tutte le fonti di energia e le tecnologie, proteggendo al contempo l’ambiente».
AZIONI CONDIVISE SUI MIGRANTI. L’accordo al G20 dunque è arrivato anche se il testo di 31 paragrafi, proprio per venire incontro alle richieste Usa, è stato molto depotenziato. Il paragrafo sui migranti scritto dall’Italia e sostenuto da tutti i partner europei alla fine è passato, ma sono state eliminati tutti i termini che rimandano alla riforma Onu del Global compact e ai diritti umani. «I grandi movimenti di rifugiati sono una preoccupazione globale con conseguenze umanitarie, politiche, sociali ed economiche», quindi, i leader hanno sottolineato «l’importanza di azioni condivise per affrontare le cause profonde dello spostamento e rispondere alle crescenti esigenze umanitarie».
SCOMPARE LA LOTTA AL PROTEZIONISMO. «Il commercio internazionale e gli investimenti sono motori importanti della crescita, della produttività, dell’innovazione, della creazione di occupazione e di sviluppo», recita il comunicato dal quale è scomparso la lotta al protezionismo (e proprio questa potrebbe essere la grande vittoria di Trump). I leader fanno solo riferimento all’esistenza di «problemi sul fonte del commercio» e si sottolinea la necessità di riformare il Wto: “C’è spazio per un miglioramento” di questo organismo, scrivono i leader. Al punto 27 il comunicato finale i 20 leader si sono detti «a favore di una riforma necessaria del Wto al fine di migliorarne il funzionamento». Sulla riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio, da cui il presidente americano Donald Trump ha minacciato di ritirare gli Usa, se non cambiata, il G20 si confronterà al prossimo summit.