Non deve essere confusa con regimi alimentari iperproteici o low-carb. La dieta chetogenica, attualmente in voga come miglior rimedio per dimagrire, si basa sull’assunzione di proteine e grassi, associata a una netta riduzione di carboidrati, che spinge l’organismo a produrre chetoni da utilizzare come energia. Il termine corretto che identifica la dieta chetogenica è in realtà Very low calories ketogenic diet (Vlckd) e identifica una dieta a bassissimo apporto calorico. È una dieta utilizzata non solo per perdere peso, ma viene utilizzata anche per coadiuvare il trattamento di alcune patologie, dal diabete al morbo di Parkinson. Può essere seguita solo per brevi periodi di tempo, e sempre sotto controllo del nutrizionista. Quindi niente diete chetogeniche suggerite da personal trainer o “fai da te” per un generico dimagramento.
Il nutrizionista che prescrive una Vlckd attenziona sia la qualità delle proteine assunte durante i pasti dal paziente, sia la funzionalità del microbiota (l’ambiente intestinale nel quale viene processata la digestione) durante il meccanismo di chetosi che quest’alimentazione innesca. La dieta chetogenica si basa su un principio preciso: eliminando gli zuccheri dalla dieta si costringe l’organismo ad attingere dai grassi per trovare risorse energetiche, una procedura che provoca la produzione di sostanze acide, dette corpi chetonici, da parte del fegato. Non potendo sfruttare il glucosio come fonte di energia, quindi, il corpo deve aumentare il consumo dei grassi contenuti nel tessuto adiposo provocandone la progressiva riduzione. Un effetto che si ottiene consumando pochissimi carboidrati, privilegiando le proteine e, soprattutto, eliminando gli zuccheri nascosti contenuti in svariati alimenti.
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La dieta chetogenica si può definire a tutti gli effetti un tipo di terapia, non farmacologica, che il nutrizionista ha a disposizione non solo per aiutare il paziente a dimagrire velocemente e in maniera sana, ma anche per coadiuvare la gestione di diverse patologie come il diabete mellito di tipo II, la sindrome dell’ovaio policistico, gli stati di rischio cardiovascolare, le cefalee a grappolo, l’Alzheimer, la malattia di Parkinson, le malattie genetiche della funzione mitocondriale.
Negli ultimi tempi sulla Keto diet si è scritto di tutto e non sempre a proposito. La dieta chetogenica di per sé non è pericolosa per l’organismo, lo diventa se viene eseguita senza controllo medico. Prima di iniziare un simile percorso è infatti necessaria una valutazione dello stato generale del paziente, che include lo stato nutrizionale, il metabolismo basale, le eventuali anomalie metaboliche, la funzionalità renale ed epatica. Solo dopo aver verificato tali condizioni è possibile attuare il percorso alimentare chetogenico. Inoltre, le VlcKd sono da effettuarsi per un periodo limitato. Il lasso temporale del protocollo viene sempre deciso dal nutrizionista secondo le esigenze specifiche del paziente.